Toscana

Immigrazione, legge arenata in un mare di emendamenti

di Simone Pitossi

Stop alle operazioni di voto per la legge regionale sull’immigrazione. Il dibattito si è arenato sui 67 emendamenti, in larga parte proposti dall’opposizione di centrodestra. In aula è successo di tutto: richiesta del voto per appello nominale, richiesta del voto elettronico, verifica del numero legale, sospensione dei lavori, confronto dei capigruppo. Infine – dopo aver votato appena un articolo sui 37 della legge – alle 18.10 di mercoledì scorso, è arrivata la proposta di rinviare la votazione. Insomma, il clima da campagna elettorale si è fatto sentire anche tra i banchi del Consiglio regionale. Soprattutto su un argomento – l’accoglienza e la tutela degli immigrati – che spacca nettamente in due gli schieramenti politici e anche la società civile. E alla fine, probabilmente, a prevalere sono le spaccature ideologiche.

Tutto era cominciato con il dibattito sulla legge il martedì sera. Schieramenti contrapposti, toni accesi come sempre. Poi mercoledì l’inizio delle operazioni di voto e la «pioggia» di 67 emendamenti. È stato Roberto Benedetti (An-Pdl) a spiegare lo spirito dell’iniziativa ricordando che erano stati presentati per riaffermare l’incostituzionalità e l’incongruenza con la legislazione nazionale della proposta di legge e per chiedere che ogni volta che si parlasse di cittadini stranieri fosse specificata la dizione «in possesso del regolare permesso di soggiorno». I due emendamenti, sui quali Benedetti ha chiesto il voto per appello nominale, sono stati respinti dall’Aula. Sempre per appello nominale è poi stato votato l’articolo 1 della legge, che è stato approvato a maggioranza. Dopo questa prima parte di votazione, i lavori del Consiglio sono stati sospesi per valutare la possibilità di un accordo che ponesse fine all’ostruzionismo del centrodestra. Il confronto tra capigruppo, però, non ha avuto esito positivo. Le operazioni di voto sono quindi riprese sul primo emendamento all’articolo 2. L’esito della votazione elettronica, chiesto da Anna Maria Celesti (Pdl), ha messo in evidenza la mancanza di numero legale. La seduta è quindi stata nuovamente sospesa. Alla successiva ripresa, l’emendamento è poi stato respinto con votazione per appello nominale. Si è andati avanti così fino al dodicesimo emendamento dei 67 quando è stato chiesto il rinvio delle operazioni di voto, approvato immediatamente dall’aula.

«L’approvazione della legge – ha commentato il capogruppo del Popolo delle libertà Alberto Magnolfi – si è rivelata un impegno arduo per la maggioranza, che si è trovata a fronteggiare un’opposizione agguerrita e pronta a dare battaglia sui numerosi emendamenti presentati. In politica i simboli contano e questa paralisi decionale è il segno di una scelta sbagliata che suscita un senso di sconcerto e di rivolta nella grande maggioranza dei toscani. Se Martini si aspettava una passeggiata da concludere con una autocelebrazione in qualche salotto televisivo, ha dovuto invece registrare la profondità di un dissenso che il PdL porterà nei quattro angoli della nostra Regione. Come abbiamo annunciato, se la legge sarà davvero approvata, mobiliteremo i cittadini perché con un referendum abrogativo facciano valere il loro diritto di non vedere stravolta la prospettiva culturale, civile e sociale della nostra Regione».

«Non possiamo che rilevare e stigmatizzare – sottolinea Alberto Monaci, capogruppo Pd – l’atteggiamento palesemente ostruzionistico messo in atto dal centrodestra, che con la presentazione di emendamenti strumentali e l’utilizzo totale degli ampi tempi di intervento che il regolamento concede persegue lo scopo di non consentire l’approvazione dell’intero articolato nei tempi obbligatoriamente previsti per la conclusione dei lavori di seduta. La consapevolezza di tale situazione, unitamente alla ferma convinzione dell’importanza del provvedimento, che da piena attuazione alle previsioni statutarie – approvate dallo stesso centrodestra – hanno motivato pertanto la scelta di rimandare il prosieguo della votazione del provvedimento alla prossima seduta di Consiglio in programma per il 27 di maggio, al fine di garantirne così l’approvazione».

Marco Carraresi, capogruppo Udc, ha parlato di «legge manifesto». «Principi in gran parte condivisibili – ha sottolineato il consigliere regionale –, una logica legislativa in gran parte non condivisibile. Può essere così sintetizzato il nostro giudizio sulla legge proposta dalla giunta regionale sull’immigrazione. Perché le norme giuridiche non sono proclami da sbandierare, bensì regole e indirizzi concreti da porre finalizzati a un miglior funzionamento della società, a dare risposte a problemi e assetti. Quando invece i principi, di umanità e solidarietà, servono solo come manifesto, rischiano di essere neutralizzati, banalizzati, sicuramente strumentalizzati».

LA SCHEDALavoro, sanità, istruzione, politiche abitative, sono questi gli aspetti più rilevanti toccati dai 37 articoli della proposta di legge n. 316 presentata in Consiglio che «detta norme ispirate ai principi di uguaglianza e pari opportunità per i cittadini stranieri che si trovano sul territorio regionale»: dalla valorizzazione dei titoli professionali acquisiti nei paesi d’origine, alla rappresentanza nelle organizzazioni imprenditoriali; dal coordinamento delle istituzioni e degli Enti locali, all’insegnamento della lingua italiana.

Per i cittadini stranieri «titolari di permesso di soggiorno, per richiesta di asilo, status di rifugiato, protezione sussidiaria o ragioni umanitarie», sono previsti interventi specifici di assistenza e accoglienza (art. 2). L’articolo 18 prevede l’accesso al sistema integrato per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale. Tutte le «persone dimoranti» nel territorio regionale, «anche se prive di titolo di soggiorno», possono fruire degli «interventi socio-assistenziali urgenti e indifferibili, necessari per garantire il rispetto dei diritti fondamentali riconosciuti ad ogni persona in base alla Costituzione ed alle norme internazionali».

La Regione promuove la partecipazione alla vita pubblica dei cittadini stranieri residenti e, in particolare «l’estensione del diritto di voto» (art. 13). Si prevede anche un più omogeneo funzionamento delle Consulte e dei Consigli degli stranieri presenti in molti Comuni. La legge promuove e sostiene il diritto alla salute dei cittadini stranieri, «come diritto inviolabile della persona», promuove l’utilizzo «di mediatori culturali nei servizi di primo accesso alle prestazioni sanitarie», così come «l’adozione di piani mirati alla prevenzione e alla sicurezza sui luoghi di lavoro» (art. 19). È garantito il sostegno della rete regionale di sportelli informativi, con il supporto nelle procedure di rilascio, rinnovo o conversione dei titoli di soggiorno e la richiesta di cittadinanza, nonché il ricorso al Difensore civico regionale (art. 24). Si promuove l’accesso a interventi di assistenza nella cura di minori, per le cittadine straniere madri «che risultino prive di una rete familiare di sostegno» (art. 26) e per i minori non accompagnati si prevedono progetti di tutela e affidamento, anche tramite i «centri-affidi» (art. 27).

La nuova legge si inserisce in una realtà che vede, al gennaio 2008, 275.149 immigrati regolari nella nostra regione, pari al 7,5% della popolazione, contro il 6,44% del 2007 e con un aumento costante e più rilevante rispetto ad altre zone del Paese.