Toscana

Imprese, rapporto Ires. In Toscana ripresa a rischio ed economia va a 2 velocità

Per Dalida Angelini, segretaria generale Cgil Toscana, l’economia del territorio «viaggia a due velocità. La parte centrale tiene, guidata dall’area metropolitana di Firenze». Ma la costa «soffre, c’è un rischio di desertificazione industriale mentre commercio e turismo da soli non bastano». Tuttavia, aggiunge, «ci sono grandi potenzialità che vanno fatte sviluppare, a partire dal tema dei porti e anche da quello della nautica, settore in cui il lavoro è molto terziarizzato e ci sarebbe bisogno di incrementare un ragionamento di politiche industriali per un lavoro di qualità». Allo stesso tempo, se è vero che cala la cassa integrazione,è altrettanto vero «che varie aziende hanno chiuso o terminato gli ammortizzatori». Ecco perché, prosegue il ragionamento Angelini, l’economia toscana «non deve essere lasciata alle dinamiche nazionali e internazionali, altrimenti crescono le diseguaglianze. è necessario che tutti gli attori istituzionali e sociali di pensare di come svolgere tutti insieme un ruolo con l’obiettivo di creare lavoro e lavoro di qualità». La Toscana, regione fortemente vocata all’export, sta iniziando a risentire degli elementi delle incertezze del quadro economico internazionale. A partire dalle tensioni sui mercati mondiali, le politiche neoprotezionistiche di Trump e le misure di ‘rappresaglia’ dei partner commerciali che «potrebbero far deragliare il treno della ripresa e portare ad una revisione al ribasso delle stime di crescita».

Certe situazioni, si legge nel rapporto, possono causare effetti depressivi sui comportamenti di chi deve investire, condizionando sia le scelte di allocazione delle risorse sia i conseguenti effetti in termini di produzioni e produttività. Da qui la decelerazione che tocca la Toscana e le stime di Prometeia, che riconsiderano negativamente le previsioni di crescita dell’economia toscana per il 2018 attestandole ad un più modesto 1% rispetto al precedente +1,3%. Ciò porta a ridimensionare la recente dinamica di crescita del pil regionale che registrerebbe per il 2018 un incremento di 0,2 punti percentuali rispetto al 2017 (da +0,8% a +1%). Uno scenario che genera aspettative non positive sull’andamento dell’export netto per il biennio 2018-2019 con effetti di rallentamento anche sulla dinamica dei consumi interni. Un fatto moderatamente compensato dalla espansione del commercio elettronico.

Intanto l’atteggiamento al consumo delle famiglie toscane è cauto con una crescita dei depositi bancari che nel 2018 potrebbero toccare la somma dei 65 miliardi di euro rispetto ai 45 miliardi del 2011. Questo quadro di decelerazione dell’economia toscana, secondo gli esperti, rischia di invertire un tenuta ed espansione del mercato del lavoro regionale che già era stato registrato ed evidenziato nei Focus precedenti. Secondo i dati Inps e Istat, nel primo trimestre 2018 le persone disoccupate si riducono in maniera consistente (-9%) ma territorialmente difforme con una diminuzione complessiva del tasso di disoccupazione che passa dal 9,1% all’ 8,3%. Al tempo stesso si registra una decelerazione del tasso di crescita occupazionale riferito al primo trimestre 2018 sul primo trimestre 2017, dal +2,6% al +0,8%.

Quanto alla cassa integrazione, nei primi sei mesi dell’anno ha visto un decremento del 37% rispetto allo stesso periodo del 2017. Scendono a 7,7 milioni le ore integrate rispetto ai 25 milioni di ore annue integrate nel periodo fra il 2012 ed il 2014. Calano particolarmente la Cigd e la Cigs in special modo nel settore metalmeccanico, nel sistema moda e nel legno e mobilio. Aumenta, viceversa, nel commercio, nel cartario-editoriale e nell’edilizia. Insomma, per Gianfranco Francese, presidente Ires Toscana, «si consuntiva, quindi, un quadro complesso dell’economia toscana fatto di luci in confronto con il 2017 ed ombre se riferito alle aspettative per il 2019». Un contesto in prospettiva «fortemente problematico su cui i gli elementi esogeni, sia nazionali che internazionali, finiranno con il condizionare pesantemente il ciclo economico regionale rischiando di minarne la continuità di sviluppo in un quadro come dimostrato dai dati presentati ancora fortemente disomogeneo tra i diversi territori della Toscana».