Toscana

In Toscana 1500 euro per i servizi pubblici

di Ennio CicaliLe tariffe per i servizi pubblici sono in Toscana tra le più basse d’Europa, ma sono destinate a salire. In media nel 2003 una famiglia di tre persone ha speso 1.445,06 euro con un’incidenza del 3,93 per cento sul reddito famigliare. In particolare, sono stati spesi 187 euro per l’acqua, 821 per il gas, 214 per i rifiuti urbani, 222 per il trasporto pubblico locale. Spesa che incide poco sul reddito di ogni famiglia, secondo la Cispel Toscana (l’associazione regionale che raggruppa 185 aziende di servizio pubblico con 14 mila 538 addetti, 2 mila 157 milioni di euro di fatturato).

Il costo di un metro cubo d’acqua in Toscana è mediamente di un euro, contro i 2,62 di Copenaghen, 1,37 di Barcellona e 1,22 di Bologna, secondo una ricerca Cispel che ha messo a confronto i costi in varie città europee e italiane. Le tariffe sono inferiori anche per il gas, soprattutto per gli scaglioni di consumo più bassi; negli scaglioni più alti il costo più elevato anche del 51,9 per cento è dovuto alla forte incidenza fiscale.

La spesa per le tariffe è uno fra i problemi più sentiti dalle famiglie, ma è inevitabile che il costo debba salire, soprattutto per l’acqua e i rifiuti. Aumenti necessari perché “come succede nel resto d’Europa, vi sia la copertura dei costi e degli investimenti necessari per ammodernare le reti e rispettare gli standard ambientali”, spiega Alfredo De Girolamo, presidente di Cispel Toscana.

Le tariffe sono uno dei punti dolenti per le famiglie a basso reddito. Paolo Bagnoli, responsabile delle politiche del consumatore della Cispel, spiega che «sarà necessario individuare delle agevolazioni tariffarie al fine di mitigare l’incidenza della spesa sui redditi più bassi, grazie all’introduzione di politiche di protezione sociale per le famiglie che vivono in condizioni di disagio economico, ma che certamente non possono privarsi dei servizi fondamentali come l’acqua e lo smaltimento dei rifiuti».

«Per tantissime famiglie toscane, la spesa per acqua, gas, rifiuti, trasporti, energia elettrica, è una parte consistente del proprio reddito, una spesa che ogni mese diventa sempre meno sostenibile – obietta Romeo Romei, segretario della Federconsumatori Toscana –. Le medie, in quanto medie, di cui parla il Cispel, non sono indicative di come vivono il problema la gran parte delle famiglie con reddito fisso, quali sono i lavoratori ed i pensionati. Far pagare il 100% del servizio agli utenti, assicurando una congrua remunerazione del capitale investito e sostenere ingenti investimenti, è teoricamente incontestabile, ma oggi anche in Toscana, con la perdita del potere di acquisto di salari e pensioni, il problema sta creando difficoltà sempre meno comprensibili e accettate. A mio parere, tenuto conto della situazione, non possiamo limitarsi a vedere le medie, il problema è concreto e occorre prendere atto che, se l’utente, a differenza del passato, paga il 100% del costo del servizio, ha diritto ad una maggiore attenzione, ha diritto di controllare la produttività e l’efficienza del gestore che eroga il servizio stesso. Diritti che ora non sono in nessun caso riconosciuti a sufficienza e le tariffe sono comunque troppo care, quando non è sufficiente la tredicesima mensilità per pagare i servizi essenziali come acqua, luce, gas».

D’accordo anche Grazia Simone dell’Adiconsum che rileva come già esista un percorso Cispel – associazioni dei consumatori per l’individuazione di tariffe più basse per le famiglie meno abbienti.