Toscana

In quarantamila mangiano grazie al Banco Alimentare

di Ennio CicaliCi sono e sono tanti, ogni giorno aumentano, ma pochi se ne accorgono perché loro, i nuovi poveri tentano di rendersi invisibili, per pudore, per orgoglio. Sono uomini e donne, una bella fetta della società, soprattutto anziani, con pensione sociale o al minimo e la metà spesso se ne va per l’affitto.

Il bisogno ha il sopravvento sull’orgoglio ed eccoli far la fila per il pasto quotidiano. Un toscano su cento mangia ogni giorno grazie al Banco Alimentare che nel 2002 ha fornito in Toscana 3 milioni.712 mila pasti: quasi 2 milioni a Firenze, 150 mila ad Arezzo, 270 mila a Grosseto, 267 mila a Lucca, 60 mila a Massa Carrara, 226 mila a Pisa, 211 mila a Prato, altrettanti anche a Livorno, 154 mila a Pistoia e 163 mila a Siena.

La distribuzione del cibo avviene attraverso enti convenzionati per il sostegno periodico a bisognosi, assistenza continuata a famiglie e anziani, comunità per minori e ragazze madri, centri di accoglienza, comunità per anziani, tossicodipendenti o portatori di handicap. Sono 324 le associazioni (per l’80% cattoliche, Caritas, San Vincenzo dei Paoli, Misericordie) che nel 2002 hanno avuto cibo dal Banco alimentare della Toscana. Molte strutture parrocchiali della Caritas, S. Vincenzo de’ Paoli, Banchi della solidarietà, consegnano il cibo a domicilio a persone che hanno problemi di mobilità.

«Per pasti – spiega il presidente Natale Bazzanti – si intende pasta, riso, pelati, olio. Purtroppo non trattiamo la carne, abbiamo da poco iniziato a lavorare con frutta e verdura, e ci piacerebbe molto occuparci dei surgelati, che tuttavia destano alcune preoccupazioni sempre per le modalità di trasporto».

Il Banco alimentare della Toscana opera sul territorio dal 1996 e rifornisce una rete di 324 associazioni, che assistono 39 mila 500 indigenti in tutta la regione, principalmente anziani soli, il 50% delle associazioni che si approvvigionano al Banco gravita sulla provincia di Firenze, questo soprattutto per un problema legato al trasporto, che per lunghe distanze può comportare costi molto elevati. Uno dei «sogni nel cassetto» di Bazzanti è quello di riuscire a dotare l’organizzazione di mezzi per la consegna alle associazioni.

I canali di rifornimento del Banco sono le aziende agroalimentari, la grande distribuzione organizzata, oltre alle sovrapproduzioni agricole che forniscono approvvigionamenti grazie ad un meccanismo della Unione europea che prevede la trasformazione dei prodotti agricoli in prodotti confezionati con la precisa finalità di essere destinati agli indigenti.

«Vogliamo farci conoscere meglio dalle aziende alimentari della grande distribuzione perché queste possono darci sempre più prodotti da dare agli indigenti. Ci siamo accorti – precisa Bazzanti – che la sensibilità sta aumentando anche se oggi riusciamo a recuperare, grazie ai volontari, solo il 5% degli alimenti che, altrimenti, andrebbero sprecati».

Nella struttura lavorano una settantina di volontari, ma solo una trentina di questi, tutti pensionati, in modo costante. Dopo vari problemi di spazio per lo stoccaggio delle derrate, di recente Bazzanti ha trovato una nuova sede con un magazzino di 700 metri quadri a Calenzano che dovrebbe essere inaugurata nei prossimi mesi. «Il costo dell’affitto è astronomico per un’associazione come la nostra – spiega – poiché ammonta a 46 mila euro l’anno, che noi siamo riusciti a trovare grazie all’aiuto di privati cittadini e fondazioni bancarie, ma speriamo, per il futuro nella disponibilità degli enti locali». Il Banco dal 1996 a oggi ha avuto sede in un immobile concesso gratuitamente dalla Madonnina del Grappa e in altri due locali offerti dal Comune di Firenze.

La Provincia, con la Regione e il Comune di Firenze è impegnata per dare una nuova sede al Banco Alimentare, assicura l’assessore provinciale alle politiche sociali Davide Filippelli. La spesa sarà sostenuta in parti uguali dai tre enti. All’esperienza del Banco Alimentare è stato dedicato un convegno al quale ha partecipato il sottosegretario al Welfare, senatrice Grazia Sestini: «È possibile venire incontro alla domanda di sopravvivenza che spesso viene da certe categorie di persone – ha detto –. È possibile fare delle politiche condivise tra Stato, Regioni e Province coinvolgendo le associazioni di volontariato». Al ruolo del volontariato – inestimabile e insostituibile – si è richiamato anche Alessio Pancani, presidente della V commissione consiliare della Provincia di Firenze, aprendo il convegno presieduto da Sergio Gatteschi, capogruppo dei Verdi in Provincia.

Il sito del Banco Alimentare

Mostra i dati del banco Alimentare in Toscana