Toscana

Influenza dei polli, Toscana sotto controllo

di Simone PitossiSono quasi 250 i controlli negli allevamenti rurali e industriali, nei mercati e nei luoghi di vendita di prodotti agricoli effettuati nell’ambito delle attività di prevenzione delle Asl della Toscana contro l’influenza aviaria. Altre 550 verifiche sono state fatte nel settore commerciale. Nello stesso periodo sono stati fatti nove sequestri per un totale di due tonnellate di merce.

Il lavoro è stato svolto dai responsabili dei dipartimenti della sanità pubblica veterinaria delle Asl della Toscana. «La mobilitazione delle nostre strutture è capillare – ha spiegato l’assessore alla salute Enrico Rossi – la nostra rete funziona e ci fa pervenire ogni giorno i risultati di una vigilanza continua». Le novità riguardano il piano di sorveglianza sierologica partito sugli allevamenti rurali. Saranno esaminati 150 allevamenti con cadenza mensile fino a gennaio, per un totale di 4500 animali testati. Verrà data priorità agli allevamenti situati nei pressi delle aree umide. A loro volta le stesse aree umide (in particolare quella di Orbetello) sono sottoposte a controllo da parte dell’Istituto nazionale della fauna selvatica. Parte anche il piano di sorveglianza sierologica degli allevamenti industriali, mentre il 10 per cento di tutti gli allevamenti rurali, che sono 33.641, verrà sottoposto a visita clinica.

Non solo. La nostra regione, da alcuni anni, si distingue per un altro monitoraggio sul campo. Sono infatti 800-1.000 ogni anno gli uccelli, tra migratori e animali-sentinella, che vengono analizzati presso l’oasi Wwf di Orbetello, ad un intervallo di circa 20 giorni. Ed proprio dal virologo Mauro Delogu dell’Università di Bologna – che da anni studia il comportamento dei virus influenzali aviari negli uccelli migratori e nelle anatre-sentinella – arriva una rassicurazione: per quanto riguarda la pericolosità del virus dell’influenza aviaria «siamo già in una china discendente».

«Il virus H5N1, nelle varianti più patogene – ha spiegato Delogu – sta infatti rimanendo confinato in Asia, capace in alcuni casi di infettare e uccidere l’uomo. Ma nelle varianti che si stanno spostando trasportate dagli uccelli migratori – ha precisato – si osserva come si stia già addirittura riducendo la capacità del virus di uccidere le specie serbatoio, ovvero le anatre». Insomma la situazione in Toscana è davvero sotto controllo. Oltre tutto nella nostra regione non si ritrova una particolare concentrazione di allevamento avicoli. Infatti la Toscana partecipa per il 4% alla produzione nazionale di uova e solo per l’1,7% alla produzione di carne. La provincia più interessata all’allevamento avicolo è quella di Arezzo, seguono poi Siena e Grosseto.

Non solo. Secondo Coldiretti «bisogna proteggere dall’emotività del mercato un comparto come quello avicolo che, a livello nazionale, sviluppa ogni anno un fatturato complessivo di 3,5 miliardi di euro, circa il 6,5% del valore dell’intera agricoltura italiana con una produzione di oltre un milione di tonnellate di carni di pollame largamente autosufficiente al consumo nazionale».E per quanto riguarda la caccia e la proposta dei Verdi Toscani di vietarla in questo periodo è arrivata la risposta dell’assessore regionale Susanna Cenni: «Sulla caccia servono decisioni chiare e uniformi da parte del governo nazionale e di quello europeo. Decisioni autonome in tal senso da parte di alcune Regioni sarebbero inutili. Per questo ci siamo rivolti al ministro Storace, sollecitando un rapido pronunciamento». «La Toscana – conclude l’assessore all’agricoltura e alla caccia – non assumerà azioni unilaterali in questo campo».

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