Toscana

Johannesburg, il contributo delle Chiese

Delegazioni ecumeniche a Johannesburg per far sentire al vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile la voce delle Chiese cristiane. Comunicati ufficiali, culti religiosi, forum pubblici, veglie di preghiere, dossier tematici. Sono alcune delle iniziative concrete promosse dalle Chiese. Ne presentiamo alcune.

La partecipazione al vertice. A guidare la delegazione del Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc) è il pastore Molefe Tsele, segretario generale del Consiglio delle Chiese dell’Africa del Sud. Il Consiglio è un organismo che riunisce 342 chiese, presenti in più di 100 paesi del mondo, in rappresentanza di tutte le tradizioni cristiane, tranne la Chiesa cattolica che pur non facendone parte come membro, vi collabora attivamente. Il Consiglio partecipò dieci anni fa al Summit di Rio ed ha accompagnato attivamente il processo che ne è seguito come “espressione dell’impegno delle Chiese per la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato”.

“Dobbiamo però testimoniare – si legge in una nota ufficiale del Wcc – che l’impegno di Rio per uno sviluppo sostenibile non è stato pienamente recepito dai Paesi ricchi e la sua agenda si è progressivamente impoverita a causa di interessi corporativi”. Rispetto al principio dell’equità solidale, si è preferito puntare sulla globalizzazione del commercio, sugli investimenti economici e sulla privatizzazione dei servizi essenziali. E a pagare il prezzo di “questo atteggiamento arrogante” sono stati i poveri.

“Dobbiamo avere il coraggio – dichiara Molefe Tsele – di ammettere che il mercato e la mondializzazione hanno fallito per più dei due terzi della popolazione mondiale che vive nella povertà. La prova (ed è impossibile nasconderla ancora per molto tempo) è che viviamo in un sistema di ineguaglianza senza pari tra il Nord e il Sud del mondo”.

Tre i forum pubblici promossi dal Consiglio mondiale delle Chiese a Johannesburg sull’indebitamento ecologico (29 agosto), la responsabilità delle imprese (30 agosto) e i cambiamenti climatici (2 settembre).

E’ presente a Johannesburg anche la Comunione anglicana. Più di 80 delegati da tutto il mondo si sono dati appuntamento al Centro “Buon pastore”, a pochi chilometri da Johannesburg. L’incontro si concluderà con un comunicato finale che sarà fatto recapitare ai partecipanti del Summit.

Una giornata per il creato. Parte invece da Sua Santità Bartolomeo I, Patriarca ecumenico di Costantinopoli, l’appello a tutti i cristiani del mondo di “celebrare il primo settembre la Giornata della creazione” e di “pregare per il Summit in tutte le Chiese del mondo”. L’appello è stato raccolto dal Consiglio mondiale delle Chiese e dalla Rete ecologica cristiana europea (Ecen). Quest’ultima ha pubblicato – in vista di Johannesburg e a sostegno dell’iniziativa proposta dal Patriarcato ecumenico – un dossier con informazioni su ambiente e sviluppo, riflessioni, idee liturgiche e pastorali, proposte di azioni concrete (bilanci di giustizia).

Oltre 50 pagine di dossier (che può essere scaricato dal sito www.ecen.org) per aiutare le Chiese a celebrare la Giornata della creazione e la sua preparazione. “E’ auspicabile – scrive nel dossier Karl Golser, teologo cattolico, esperto di tematiche ecologiche – che la Giornata del Creato possa aiutarci a meglio comprendere la nostra responsabilità nei confronti della creazione che ci è stata affidata da Dio e possa aiutarci ad arrivare ad una nuova sintesi tra tempo e spazio, lavoro e riposo, economia ed ecologia così da poter vivere saggiamente, avendo cura della casa di Dio”. Chi vincerà?

Non mancano gli italiani. Sul tema “Acqua, dono e responsabilità”, la Commissione globalizzazione e ambiente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei) ha elaborato di recente un Dossier per l’annuale “Settimana per il creato”. Una delegazione della Fcei, inoltre, ha consegnato al capo della delegazione tecnica italiana, l’ambasciatore Arduino Fornara, una serie di documenti elaborati in ambito ecumenico ed internazionale.

A coordinare la Commissione evangelica è il pastore valdese, Franco Giampiccoli. “Per capire chi avrà vinto all’ombra dello sviluppo sostenibile (se la logica del profitto… o un inizio di vero incontro tra economia e ambiente) – scrive su ‘Riforma’ – sarà utile andare a vedere nei documenti che i grandi firmeranno a Johannesburg”. Giampiccoli punta la sua attenzione su alcuni temi cruciali, come la questione dei “brevetti sui farmaci”, per verificare se alla fine prevarrà “la logica del profitto di Big Pharma, la coalizione delle grandi multinazionali farmaceutiche” o “la strenua difesa messa in campo dai paesi del Sud” contro “la rete soffocante dei brevetti che fanno salire alle stelle il prezzo di farmaci essenziali”. “E ancora – aggiunge il pastore – comparirà o meno, nei documenti di Johannesburg, la richiesta di un codice di comportamento vincolante per le multinazionali, chiesto con forza da un consistente gruppo di Ong, già caduto nei documenti preparatori e riproposto dal team ecumenico”. “Difficilmente – conclude Giampiccoli – il documento che uscirà da Johannesburg sarà o bianco o nero. Ma pur tra compromessi e contraddizioni possiamo sperare, e pregare, che sia motivo di speranza e di incoraggiamento per l’aspettativa e l’impegno dei popoli del Sud e del Nord”.M.C.B.

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