Toscana

LA TOSCANA CONTRO LA PENA DI MORTE, SPETTACOLO IL 10 OTTOBRE

Contro la pena di morte la Toscana raddoppia. Alla festa del 30 novembre, che ricorda la cancellazione nel 1786 della pena capitale dal codice penale ad opera del granduca Leopoldo I (prima volta di uno Stato nel mondo) e che è diventata la «Giornata delle città contro la pena di morte», si aggiunge quest’anno uno spettacolo evento per il 10 ottobre, giornata mondiale contro la pena di morte (ore 21, Teatro della Compagnia, Firenze). «La serata – spiega il vice presidente della Toscana, Angelo Passaleva – si chiamerà “Toscana… in vita”, perché sarà un contributo alla difesa della vita. Non esiste crimine che giustifichi la negazione del diritto alla vita». Un talk-show che ha tra gli ospiti Hawa Ibrahim, l’avvocato di Amina, la donna nigeriana condannata a morte e salvata grazie anche alla mobilitazione internazionale, uno spettacolo teatrale con Amanda Sandrelli e un video sulla pena di morte: sono questi i tre momenti in cui si articola la serata. L’avvocato di Amina non perde occasione per raccontare le vicende attraverso le quali è stato possibile sottrarre la sua assistite alla condanna a morte per lapidazione. Insieme a lui Angelo Passaleva, lo storico Franco Cardini, il vicepresidente della Coalizione mondiale contro la pena di morte Richard Sedillot, e il responsabile per i rapporti con l’Italia della stessa organizazione Raphael Levy. Moderatore il giornalista Alberto Severi. Amanda Sandrelli porta in scena una breve piece teatrale, «Prima dell’alba», che racconta con un lungo monologo la lettera che una condannata a morte scrive al figlio che le sta per nascere e che lei non vedrà mai in quanto, dopo il parto, verrà giustiziata. L’attrice è realmente in attesa di un figlio e ciò rende l’evento teatrale ancora più toccante. C’è un evidente collegamento con la vicenda di Amina, la donna nigeriana che era stata condannata a morte per aver avuto un figlio al di fuori del matrimonio.

Viene inoltre proiettato il video «Non vale la pena», realizzato l’anno scorso: sei storie da sei stati «incivili» in sei fulminanti monologhi, diretti da Stefano Massini. Il video sarà diffuso in contemporanea anche in 50 istituti di cultura italiana di tutto il mondo, iniziativa patrocinata dal Ministero per gli Affari esteri.

Ma l’evento del 10 ottobre è solo il penultimo atto di un fitto programma di iniziative organizzato durante tutto l’anno. «Abbiamo realizzato il video “Non vale la pena” – spiega il vice presidente Passaleva – che è stato consegnato a tante associazioni, proiettato a giugno al Parlamento europeo ed inviato al presidente della Repubblica e ai presidenti di Senato e Camera. A primavera c’è stato lo spettacolo teatrale “L’ultimo giorno di un condannato a morte” tratto da un testo di Victor Hugo, con i matinée per i ragazzi delle scuole e sei rappresentazioni serali precedute da interventi di operatori impegnati sul fronte della lotta alla pena di morte».

Per Sister Helen Prejean, la famosa suora americana impegnata come assistente spirituale nel braccio della morte della Louisiana, sono l’informazione e l’educazione sulla pena di morte che possono cambiare le menti e i cuori. «Ed è proprio con questo spirito e con questo stesso obiettivo – spiega Passaleva – che la giunta regionale della Toscana, assieme all’ente di produzione teatrale “Pupi e Fresedde”, Amnesty international e la Fondazione Barnabei ha lanciato per il 2003 questo articolato progetto: per riflettere e far riflettere sulla pena di morte, a cominciare dai più giovani e dalle scuole».