Toscana

LA VILLA CONFISCATA IN TOSCANA AL TESORIERE DELLA MAFIA SAR° UNA SCUOLA DI LEGALITÀ

«I ragazzi che partono per andare a lavorare in Calabria, in Sicilia e in Puglia nei campi sequestrati alla mafia offrono una testimonianza bellissima di impegno e di coraggio, contro la paura, contro l’arroganza e contro il sopruso che sono i mezzi con i quali le mafie si insediano e proliferano». Federico Gelli, vicepresidente della Regione, Pierluigi Vigna, la signora Elisabetta Caponnetto “nonna Betta”, la vedova di Antonino Caponnetto, i rappresentanti di Arci e Libera, salutano e applaudono i 450 giovani toscani, fra i 16 e i 21 anni, per due terzi ragazze, che andranno a lavorare nei campi sequestrati alla mafia. Sono solo un primo contingente: altri 100 seguiranno nell’estate. «Di più non era possibile inviarne – sottolinea Gelli; ma le richieste sono arrivate a valanga. Un risultato ecce! zionale, una crescita esponenziale». Anni fa, quando partì il primo contingente di ragazzi per lavorare in quei campi erano 80 ed erano già tanti. «Questa è oggi la più consistente iniziativa giovanile che parte dalla Toscana» – aggiunge Striano per l’Arci, che compartecipa all’iniziativa – «e testimonia che i giovani sanno impegnarsi con coraggio su temi forti di impegno civile, che non sono soltanto apatici o protagonisti di atti di bullismo». E “nonna Betta”, la signora Caponnetto, che ha 86 anni e andrà anche lei a Luglio in Sicilia, perché la villa di Corleone che era stata di Riina, verrà intitolata a “nonno Nino”, Antonino Caponnetto, si commuove quando ricorda le parole del marito. «La strada è ancora lunga – dice citando Caponnetto – e bisogna percorrerla insieme, giovani e adulti. I! giovani indicano il percorso, gli adulti semmai sono un po’ più indietro. Ma questa catena si allunga sempre di più e io spero di vivere ancora per vivere emozioni come queste.» Dalla Sicilia, dalla Puglia e dalla Calabria, il discorso ritorna alla Toscana, che non è esente da infiltrazioni mafiose, come testimoniano le confische effettuate anche qui. E il vicepresidente Gelli annuncia che c’è in ponte un progetto, che riguarda proprio l’ultimo bene confiscato. «E’ una splendida villa-agriturismo, con molti ettari di terreno, del valore stimato di 30 milioni di euro. Una villa che è stata sequestrata al tesoriere di Provenzano, e che sorge a Suvignano, in provincia di Siena. Ebbene – conclude Gelli – questa villa, che allo stato attuale fa parte del demanio, potrebbe essere utilizzata anche come una scuola per la legalità. Magari per formare i giovani, che poi si impegnano contr! o la mafia. Al progetto, naturalmente collaboreranno gli enti ! locali i nteressati e le associazioni di volontariato attive nella lotta alla mafia. Sarebbe questo un ulteriore passo nell’opera di contrasto che dobbiamo portare avanti come società civile contro le mafie, perché sappiamo che dovunque si crea ricchezza, anche in Toscana, loro tentano di insediarsi» Intanto, anche quest’anno, il vicepresidente Gelli si recherà insieme ai giovani nei campi sequestrati alla mafia in Sicilia e Calabria. Poi, a dicembre, ancora in Toscana ci sarà un’altra edizione della Festa della legalità. (cs- Laura Pugliesi)