Toscana

LAVORO, CGIL: IN TOSCANA 15 MILA POSTI A RISCHIO A FINE 2006

Sono oltre 15 mila i posti di lavoro a rischio nell’industria toscana a causa delle crisi aziendali. E’ quanto reso noto oggi dal segretario della Cgil Toscana Luciano Silvestri che ha precisato che “di questi 4500 sono in cassa integrazione straordinaria e 6868 in mobilità. Nel primo semestre dell’ anno passato – ha detto ancora – erano 18 mila i posti di lavoro a rischio. A fronte della diminuzione sono però aumentate le aziende che hanno cessato la loro attività, passando da 58 nel primo semestre a 99 alla fine dell’ anno”. I settori in maggiore difficoltà sono il tessile e la metalmeccanica. Su 403 imprese toscane in crisi, secondo il sindacato, ben 298 appartengono infatti ai due settori, ma difficoltà si registrano un po in tutti i comparti produttivi. “E’ preoccupante – ha detto Silvestri – che specie la metalmeccanica toscana arretri mentre il settore sta migliorando a livello nazionale”.

Secondo Silvestri “la vera sfida per la Toscana e per il Paese è quella della crescita e dello sviluppo. Per questo motivo – ha aggiunto – abbiamo individuato nel nostro territorio 20 aziende, che rappresentano dei casi di eccellenza sotto il punto di vista della crescita dimensionale, dell’innovazione e della stabilizzazione dei rapporti di lavoro. Vogliamo che queste aziende siano di esempio alle altre imprese”. Un invito dal segretario della Cgil è stato poi rivolto alle istituzioni affinché nella programmazione dei fondi comunitari per i prossimi anni, vengano individuate le aziende da sostenere a partire da criteri di selezione quali appunto la capacità di crescere, innovare ma anche nel tipo di rapporti di lavoro. Il segretario toscano ha poi ricordato anche “la necessità di migliorare servizi e infrastrutture quali elementi fondamentali dello sviluppo. E’ appena terminata – ha concluso Silvestri – la prima ondata di concorrenza da parte dei paesi emergenti. Tra poco, temo, ne arriverà una seconda ancora più forte e pesante per le nostre aziende, perché sarà una concorrenza giocata sulla fascia media della produzione, e contro cui dobbiamo muoverci in fretta”. (ANSA).