Toscana

LIBANO, ATTENTATO A MISSIONE ONU, PROBABILE AUTOBOMBA; UCCISI SEI SOLDATI SPAGNOLI

Acquista sempre più concretezza l’ipotesi che sia stata un’auto-bomba, azionata a distanza, a far esplodere ieri un mezzo blindato del contingente dei ‘caschi blu’ della missione Unifil nel sud del paese, provocando la morte di sei soldati – tre spagnoli e tre colombiani – e il ferimento di altri due. “Sembra si sia trattato di un’autobomba, ma le indagini sono ancora in corso”, ha detto poco fa all’agenzia italiana ‘Ansa’ la portavoce dell’Unifil, Yasmin BouzianJosé Antonio Alonso, è giunto oggi a Beirut, che per il governo libanese, il probabile responsabile dell’attentato è Fatah al-Islam, il gruppo radicale ritenuto vicino ad al-Qaeda che dal 20 maggio è coinvolto in combattimenti con l’esercito governativo nel campo profughi palestinese di Nahr al-Bared, vicino al porto settentrionale di Tripoli. Secondo l’agenzia ufficiale iraniana ‘Irna’, per fare luce sull’accaduto, il ministro degli Esteri spagnolo, Miguel Angel Moratinos, ha chiesto la collaborazione del governo di Teheran; il suo omologo iraniano, Manuchehr Mottaki, sempre secondo la ‘Irna’, ha deplorato l’attentato riferendo che “incaricherà l’ambasciatore iraniano a Beirut di compiere i massimi sforzi per appurare le modalità e il movente di quanto accaduto, mantenendo consultazioni con l’ambasciatore spagnolo in Libano e con le parti libanesi”. Una forte condanna è giunta intanto dall’Unione Europea che, per bocca del commissario alle Relazioni esterne, Benita Ferrero-Waldner, ha richiamato “tutte le forze politiche del Libano all’unità per fronteggiare i seri problemi di sicurezza che il paese sta vivendo e per prendere misure urgenti per identificare tutti coloro che vogliono minare gli sforzi per attuare la risoluzione ONU 1701. Solo così – ha aggiunto il commissario – si può sperare di portare stabilità e sicurezza alla popolazione del Libano che soffre ormai da troppo tempo”. Anche il presidente siriano, Bashar al-Assad, si è detto “preoccupato” per l’attentato, sostenendo che “sia opera di persone provenienti da fuori del Libano”: lo ha riferito il presidente della commissione Esteri del Senato italiano, Lamberto Dini, che lo ha incontrato oggi a Damasco.Misna