Toscana

LIBANO: LA RUSSA, 5 MILITARI FERITI RIENTRANO IN ITALIA. IL SESTO E’ ANCORA GRAVE

(ASCA) -  “Cinque dei 6 feriti in Libano, oggi, alle 20, faranno rientro all’aeroporto di Pratica di Mare con un velivolo dell’Aeronautica Militare. Il sesto, che conduceva il mezzo, rimane ricoverato perché non è trasportabile”. Lo ha annunciato, durante un’informativa in aula della Camera, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, parlando dell’attacco, venerdì scorso, a un mezzo italiano della missione Unifil nel sud del Libano, dove sono rimasti feriti sei militari. “L’esplosione – ha spiegato La Russa – ha provocato il ferimento di tutti e sei i militari occupanti il Vm 90. In particolare, consentitemi di non rivelare i nomi dei militari coinvolti per evidenti motivi di tutela della privacy e della sicurezza: il sergente capo macchina ha riportato escoriazioni diffuse; un primo caporal maggiore ha riportato schegge nell’occhio e nell’orecchio sinistro; un caporal maggiore capo ha accusato la perforazione di un timpano ed escoriazioni diffuse; un caporal maggiore radiofonista addetto al disturbatore ha riportato escoriazioni diffuse e lesioni all’emitorace sinistro; un altro caporal maggiore capo, il primo dei due feriti più gravi, ha subito la frattura dell’orbita destra e la lacerazione della giugulare destra. è stato inizialmente ricoverato in terapia intensiva e successivamente trattato chirurgicamente. Non è più in pericolo di vita; infine il caporal maggiore conduttore ha riportato la perdita dell’occhio sinistro e fratture maxillofacciali. Sottoposto ad intervento chirurgico e ricoverato in terapia intensiva, rimane in gravi condizioni con prognosi riservata”.É stato un “ordigno, verosimilmente comandato a distanza” a causare il ferimento di sei militari italiani in Libano, venerdì scorso, ha detto il ministro della Difesa. In ogni caso, secondo La Russa “si può escludere che si sia trattato di un attacco deliberato contro il contingente italiano. E’ piuttosto probabile che si sia trattato di un attacco condotto contro Unifil più in generale, in quanto forza di stabilizzazione e di pace presente in un contesto di crisi”.