Toscana

LIBANO, TRIPOLI: TERZO GIORNO DI SCONTRI, SECONDA ESPLOSIONE A BEIRUT

Dopo una notte relativamente calma inframmezzata solo da sporadici scambi di colpi d’arma da fuoco, stamani all’alba sono ripresi per il terzo giorno consecutivo gli scontri tra l’esercito libanese e i miliziani del gruppo integralista palestinese Fatah al-Islam nel campo di Nahr al-Bared che ospita 40.000 profughi palestinesi alla periferia della città portuale Tripoli, una novantina di chilometri a nord di Beirut. Fonti mediche all’interno del campo hanno chiesto l’arresto degli scontri per portare soccorso ai feriti e per recuperare i corpi delle vittime, ma Fatah al-Islam ha detto che i suoi uomini “sono pronti a combattere fino all’ultima goccia di sangue, se l’esercito insisterà nell’offensiva”. Secondo i bilanci ufficiali, almeno 20 militanti, 32 soldati e 27 civili sono rimasti uccisi da domenica scorsa in quello che è il peggior episodio di violenza in Libano dai tempi della guerra vivile del 1975-1990, mentre oltre 150 persone – tra cui 55 soldati sono rimasti feriti – e decine di case sono state distrutte. In un comunicato siglato dal braccio armato, il gruppo integralista ha rivendicato anche “l’installazione e la detonazione di due ordigni esplosivi nel cuore di Beirut… negli ultimi due giorni”. L’esplosione di un ordigno domenica nel quartiere cristiano di Achrafiyé aveva ucciso una donna e ferito 10 persone, mentre ieri notte dieci persone sono rimaste ferite in un altro attentato dinamitardo in un’area commerciale nel quartiere a maggioranza sunnita di Verdun. Fatah al-Islam, un gruppo sunnita emerso lo scorso anno, conta poche centinaia di combattenti e scarso supporto politico in Libano, ma sembra ben armato e organizzato. A Nahr al-Bared a fondato il proprio quartier generale lo scorso novembre dopo la scissione da un’altra formazione armata, Fatah al-Intifada, appoggiata apertamente dalla Siria.Misna