Toscana

LIBERAZIONE BETANCOURT, LA GIOIA DELLA TOSCANA; GELLI: «ORA IL NOBEL»

«Una notizia che abbiamo atteso per anni, fino quasi a non crederci più. E ora che è arrivata non può che rappresentare un’occasione di festa per il governo regionale e per tutti i cittadini che, in questa attesa, non hanno fatto mancare la loro solidarietà e il loro impegno concreto». Così il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, saluta la liberazione di Ingrid Betancourt, la leader politica franco-colombiana che per sei anni è stata ostaggio delle Farc (le Forze armate rivoluzionarie della Colombia). «Nei giorni scorsi – prosegue Martini – avevo dato la mia adesione al Comitato per la candidatura della Betancourt al Nobel per la pace. Un’iniziativa pensata naturalmente anche per favorire la sua liberazione. Credo che dopo questa bellissima novità non solo si debba confermare la candidatura ma che essa possa rappresentare il modo migliore per contribuire alla liberazione dei tanti, troppi ostaggi ancora prigionieri. Oltre che il riconoscimento ad una donna straordinariamente forte e coraggiosa». Anche il vice presidente Federico Gelli ha espresso la sua soddisfazione. «Ho ancora vivissimo – ricorda – l’incontro del febbraio scorso con la madre di Ingrid, signora Yolanda Pulecio Betancourt, a Palazzo Bastogi. Ci chiese un impegno specifico della Toscana ai fini di rafforzare le ragioni del dialogo per ottenere la liberazione della figlia e degli altri ostaggi. Un impegno che non è assolutamente mancato come era lecito aspettarsi per una comunità regionale come quella toscana, da sempre presente e partecipe in ogni battaglia per i diritti umani».E proprio salutando la liberazione di Ingrid Betancourt l’assessore Massimo Toschi ha aperto stamani la VII conferenza regionale sulla cooperazione in corso fino a domani all’Istituto degli Innocenti. Toschi ha ricordato la sua visita a Bogotà, nella primavera scorsa, e ha detto che la vista della Betancourt libera e le sue parole hanno rappresentato una grandissima emozione. Toschi ha ribadito l’importanza di assegnarle il Nobel per la pace «perchè rappresenta la speranza per tanti sequestrati» e si è augurato di averla presto in Toscana, magari al prossimo Meeting di San Rossore, dove già era stata invitata la madre. (cs-Paolo Ciampi)