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LIBIA: DOCUMENTI RIVELANO COOPERAZIONE CIA E REGIME GHEDDAFI (WSJ)

(ASCA-AFP) – Washington – File e documenti ritrovati nell’edificio del governo libico, dopo l’assalto dei ribelli a Tripoli, hanno rivelato l’esistenza di una forte cooperazione tra alcune agenzie di intelligence occidentali (come la Cia) e i servizi segreti di Muammar Gheddafi. Tra gli argomenti di collaborazione ci sarebbe anche l’invio di sospetti terroristi nel Paese nordafricano, dove non sono sconosciuti casi di tortura, per far fronte a pesanti interrogatori. Secondo quanto riferito dal Wall Street Journal, che cita il contenuto di alcuni documenti ritrovati nei quartier generali dell’agenzia di sicurezza esterna a Tripoli, la Central Intelligence Agency sotto l’amministrazione George W. Bush avrebbe inviato in Libia e addirittura suggerito le domande da rivolgere a presunti terroristi. Inoltre la Cia avrebbe istituito nel 2004 una “presenza permanente” nel Paese, ha riferito ancora il quotidiano citando un documento inviato dal vice direttore della Cia, Stephen Kappes, all’allora capo dell’intelligence libica Mussa Kussa. Lo stretto legame tra i due è evidenziato dall’inizio della missiva che apre con un “Caro Musa” e chiude con la firma “Steve”. I documenti in questione sarebbero stati scoperti da alcuni membri dell’Human Rights Watch che poi avrebbero consegnato i file al Journal. Secondo il New York Times, invece, l’intelligence Usa avrebbe inviato almeno 8 volte dei sospetti terroristi in Libia, nonostante la reputazione del Paese suggerisse l’alto rischio di tortura durante gli interrogatori. Altri particolari sono emersi dai documenti riguardo al viaggio di Tony Blair a Tripoli: secondo le fonti, infatti, fu l’ufficio dell’ex Premier a richiedere nel 2004 un incontro con Gheddafi in una tenda beduina. La visita venne organizzata da Kussa che, secondo l’Independent, avrebbe ricevuto delle lettere che si aprivano con “Saluti dal MI6” (intelligence britannica) e un biglietto di auguri per Natale firmato da uno 007 inglese con un più che informale “Il vostro amico”. Forse è da ricercare in questo scambio di lettere il motivo per cui l’ex ministro degli Esteri di Gheddafi, una volta abbandonato il proprio leader, ha deciso a marzo di scappare proprio in Gran Bretagna.