Toscana

LIBIA: RIBELLI PERDONO TERRENO E CHIEDONO AIUTO OCCIDENTE

(ASCA) – Mentre i paesi del G8 discutono oggi della crisi, in Libia infuria la guerra e i ribelli, messi alle corde, chiedono a gran voce l’intervento dell’occidente. Le forze di Gheddafi hanno sferrato oggi un duro attacco contro la città di Ajdabiya, un punto chiave di collegamento con la città di Bengasi lungo la costa e con il porto perolifero di Tobruk. Secondo le informazioni diffuse dai ribelli, contro la città sono stati effettuati raid aerei e sono stati sparati colpi di cannone. Jamal Mansour, ex colonnello dell’esercito libico passato con l’opposizione, ha riferito che i ribelli sono riusciti a riconquistare terreno a Brega, città che ieri l’esercito libico aveva annunciato di avere sotto controllo. Ma le forze dell’opposizione, con poche armi leggere a disposizione, sono state respinte di almeno 200 chilometri negli ultimi giorni e ora la loro linea di difesa si trova a soli 170 chilometri da Bengasi, dove è insediato il Consiglio nazionale libico, rappresentanza politica degli insorti. Secondo Mansour, Ajdabiya potrebbe diventare “un’altra Zawiyah”, in riferimento alla città che si trova a 40 chilometri a ovest di Tripoli, riconquistata dalle truppe di Ghedafi la scorsa settimana al termine di durissimi combattimenti. Il portavoce dei lealisti, il colonnello Milad Hussein, ha detto ai giornalisti a Tripoli che le truppe stanno “marciando per ripulire il paese dai ratti e dai terroristi”. Mansour ha ammesso che i ribelli sono scarsamente equipaggiati e che potrebbero essere costretti a ricorrere alla guerriglia urbana. “Chiediamo all’occidente di effettuare raid aerei contro le installazioni militari”, ha detto, sottolineando che una proposta simile è stata avanzata dal presidente francese, Nicolas Sarkozy. A Parigi è arrivata il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, per partecipare alla riunione dei paesi del G8, che discuterranno la proposta di una “no fly zone” sui cieli della Libia, in modo da fermare i raid aerei dell’aviazione del regime. Mentre Gran Bretagna e Francia hanno presentato una bozza comune favorevole all’intervento da presentare al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, la Russia sembra riluttante, mentre Stati Uniti, Germania e Italia hanno adottato la linea della cautela. La “no fly zone” è appoggiata dalle 22 nazioni della Lega Araba, ma all’interno della Nato si registra la posizione contraria della Turchia. In Libia, intanto, Gheddafi continua nel suo atteggiamento di sfida. La tv di Stato ha annunciato che il Colonnello ha invitato le compagnie cinesi, russe e indiane a produrre petrolio al posto delle società americane che hanno abbandonato il paese dopo gli scontri.