Toscana

LIBIA, RIMPATRIATI E GRAZIATI MEDICO PALESTINESE E INFERMIERE BULGARE GIA’ CONDANNATE A MORTE

Sono arrivati a Sofia, intorno alle 10 di questa mattina (le 9 italiane, ndr), le cinque infermiere bulgare e il medico palestinese (che ha ottenuto la cittadinanza bulgara) detenuti dalla Libia per nove anni e processati con l’accusa di aver inoculato deliberatamente il virus del sida/aids in oltre 400 bambini nell’ospedale di Bengasi. La scorsa settimana, la pena di morte a cui erano stati condannati è stata commutata in ergastolo, ma prima ancora di atterrare in Bulgaria, il presidente Giorni Parvanov ha firmato il decreto di grazia nei loro confronti: “L’affare è risolto. Noi abbiamo ricevuto garanzie per la normalizzazione delle relazioni con i Paesi europei e per un accordo di partenariato con l’Unione Europea” ha rivelato a condizione dell’anonimato un responsabile governativo libico. A bordo dell’aereo francese che ha riportato le infermiere e il medico a Sofia dopo una agonia di circa otto anni in Libia, c’erano anche la moglie del presidente francese Cecilia Sarkozy, e la commissaria Ue Benita Ferrero Waldner, che erano da ieri a Tripoli. Appena scese dall’aereo, le cinque donne con le lacrime agli occhi, hanno abbracciato per lunghi minuti i loro familiari. I sei operatori della sanità, arrestati nel 1999 in Libia, avevano sempre sostenuto la loro innocenza. In un comunicato diramato dall’Eliseo, il presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy e il presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso si felicitano dell’accordo e “salutano il gesto di umanità della Libia e dei suoi più alti dirigenti, e si impegnano a fare di tutto per aiutare i bambini affetti dall’aids”. Sarkozy e Barroso hanno espresso la loro profonda gratitudine all’Emiro e allo stato del Qatar per la mediazione.Misna