Toscana

La Consulta assolve lo Statuto regionale

La Consulta non boccia la sostanza dello Statuto regionale toscano che prevede il riconoscimento delle coppie di fatto e che mette la promozione del voto agli immigrati fra i principi generali della Regione. Nel dettaglio dichiara, infatti, inammissibili le critiche del governo relative al voto agli immigrati, al riconoscimento delle coppie di fatto (nello statuto non si specifica che debbano essere formate da persone di sesso diverso), alla tutela dell’ambiente, alla tutela dei beni culturali, alla promozione dello sviluppo economico.

Però i giudici costituzionali hanno ritenuto di non entrare nel merito su tali questioni riducendo le disposizioni statutarie a rango di un mero documento politico e culturale privo di qualunque valore giuridico. Sono invece ritenute infondate le eccezioni riferite all’approvazione del programma di governo, all’accesso ai documenti amministrativi regionali senza obbligo di motivazione, alle funzioni degli enti locali, ai tributi locali, alla partecipazione della Regione agli atti comunitari, al quorum di partecipazione al referendum abrogativo regionale.

Trionfali le dichiarazioni dei presidenti della giunta regionale Claudio Martini (“abbiamo vinto 11-0; oggi è un giorno bellissimo”) e del consiglio Riccardo Nencini (“un’ottima sentenza e, nella seconda parte, è di precisione disarmante”) così come l’Arcigay grida al «momento storico” nel cammino del riconoscimento dele coppie gay e lesbiche». Soddisfazione per la sentenza è stata espressa dal leader dei Ds Piero Fassino in una telefonata a Martini e anche Rosy Bindi ha salutato il pronunciamento della Consulta come «fallimento del tentativo del governo di “normalizzare” la Toscana».

Una puntualizzazione sul contenuto delle sentenza viene dal sottosegretario al welfare Grazia Sestini che osserva come “oltre la metà degli articoli non contengono norme di legge, ma indicazioni politiche che non potranno essere utilizzate per la legislazione secondaria. Lo statuto della Regione – aggiunge – assomiglia più ad un romanzo d’appendice che ad una carta fondamentale”.

«Rispetteremo la sentenza – ha osservato a sua volta il presidente dei vescovi toscani monsignor Alessandro Plotti – senza sollevare eccezioni, anche se come vescovi non abbiamo condiviso alcune impostazioni del nuovo statuto toscano”.

Per Denis Verdini, coordinatore regionale di Forza Italia “la lettura ideologica che già in queste prime ore sta dando della sentenza la sinistra toscana, conferma l’opportunità dell’impugnativa di governo» mentre per il segretario regionale dei Ds Marco Filippeschi «viene premiato il coraggio della politica toscana, ancora una volta siamo un esempio positivo”.

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