Toscana

La Toscana e il Sudamerica

di Riccardo GalliÈ cominciato con l’incontro col presidente della Repubblica dell’Uruguay Jorge Batlle il viaggio in America Latina del presidente della Regione Toscana Claudio Martini che comprende anche l’Argentina, il Cile e si conclude il 1° febbraio in Brasile.

Lo scopo del viaggio è cercare di rafforzare gli scambi commerciali ed economici tra la Toscana e questi Paesi tanto che della delegazione toscana fanno parte imprenditori, operatori economici, rappresentanti delle Camere di commercio e delle banche, oltre ai vertici della Cispel e di Prato Trade.

Il tour vuole essere anche l’occasione per incontrare le numerose comunità di toscani presenti in Sudamerica. Solo in Uruguay il 40% della popolazione è di origine italiana. «L’Uruguay – ha detto Batlle accogliendo Martini – è un pezzo d’Europa e, se potessi, vorrei collocare il mio Paese tra Barcellona e Genova, la mia città d’origine. Potrei così utilizzare tutte le opportunità offerte dall’Unione europea ai propri territori». Martini ha illustrato le caratteristiche economiche della regione ed ha sottolineato la ricchezza costituita dalle piccole e medie imprese (il 98% del sistema produttivo regionale) e dalla loro specializzazione in produzioni di qualità; ha quindi ricordato l’intensa attività della regione nella formazione professionale e nelle politiche a sostegno del turismo ed in particolare dell’agriturismo. La prima iniziativa concreta? Sarà destinata a progetti di cooperazione in Uruguay – formazione professionale post-laurea – il ricavato dalla vendita di due navi-draghe ormeggiate al porto di Livorno. La decisione, ha spiegato Martini, è stata presa dalla Regione considerando gli alti costi da sostenere per il trasporto delle due imbarcazioni in Uruguay, dove erano destinate.

Dopo l’Uruguay, l’Argentina. «Siamo consapevoli della gravità della crisi che ha colpito questa terra – osserva Claudio Martini, appena concluso un incontro con una delegazione di rappresentanti del mondo economico di Buenos Aires – e visitando questi luoghi essa sembra ancora più drammatica. La Toscana per le sue tradizioni di solidarietà e cooperazione non si tirerà indietro. In questa terra portiamo alcuni dei nostri gioielli, cioè i vettori tradizionali e più qualificati dei nostri distretti: marmo, tessile, mobile, pelle e calzature e i grandi servizi pubblici: acqua, sanità, rifiuti. Ma collaboriamo anche nella formazione professionale e nello scambio di esperienze tra le regioni: abbiamo trovato progetti già avanzati che possono ulteriormente essere sviluppati».

«Questo viaggio si colloca dunque – prosegue Martini – nella nostra visione che riesce ad unire le ragioni della solidarietà e dei diritti a quelle dello scambio economico equo e solidale. Vogliamo cioè promuovere un modello di sviluppo che armonizzi la qualità delle sue espressioni ad una etica di base che qui viene considerata come la garanzia per il sucesso della cooperazione».

Un altro aspetto di particolare rilevanza di questo viaggio, spiega ancora Martini, «è l’incontro con le comunità toscane che solo in America Latina sono riunite in 23 associazioni con 4.300 iscritti. Doppio lo sforzo: sostenere il loro impegno per mantenere forti le loro radici ed aiutarle a svolgere un ruolo importante nel paese in cui vivono. Proprio in questi primi giorni abbiamo verificato come nella crisi in Sudamerica la Toscana può portare il suo contributo di cultura, tradizioni, capacità di fare che è assai apprezzata».

I figli di immigrati toscani in America Latina potranno imparare la lingua italiana attraverso la rete. Il presidente della Regione Toscana Claudio Martini si è impegnato ad inserire nel sito della Regione (www.claudiomartini.it) dei file audio in italiano in modo che gli immigrati possano ascoltare, nella lingua dei loro genitori o nonni, notizie sulla Toscana. La Regione sucessivamente inserirà dei veri e propri programmi didattici per apprendere a distanza l’italiano (www.regione.toscana.it). «In questa maniera – ha spiegato Martini ai giovani che a La Plata hanno partecipato alla seconda Conferenza della gioventù toscana del Sud America – tutti i figli italiani immigrati all’estero avranno uno strumento in più per imparare a parlare l’italiano e rafforzare così i legami con le loro origini».

Non solo. La Regione Toscana darà acqua alla Toscana. Non è un gioco di nomi, ma è l’iniziativa presa dalla Regione per potabilizzare l’acqua nel quartiere di Villa Carmen a Gonzales Catan, nella periferia più povera di Buenos Aires, dove si trova un terreno di 27 ettari chiamato Colonia Toscana la cui acqua è inquinata. È un appezzamento destinato al ristoro, all’assistenza e allo svago dei giovani della zona in cui vivono circa 120mila persone e che è stato fortemente voluto da padre Mario Pantaleo, un sacerdote pistoiese, morto nel 1992, che ha messo al servizio dei più bisognosi i doni che riceveva per le sue straordinarie doti di chiropratico. Oggi la sua Opera assiste 3 mila famiglie, è convenzionata col consolato generale di Buenos Aires proprio per il suo alto contributo sociale e la tomba del religioso è incessante meta di pellegrinaggi. I finanziamenti proverranno da varie parti: Publiacqua destinerà una parte del milione di euro destinato nel 2002 alla cooperazione e proveniente da una parte degli introiti dei quali un centesimo di euro è stato accantonato proprio per questo scopo. Altri contributi giungeranno dai fondi europei destinati ai progetti nazionali per lo sviluppo sostenibile. La spesa residua sarà coperta dalla Regione.

Una curiosità per quanto riguarda il Cile. La fiaba di Pinocchio è usata come terapia, per infondere fiducia nel futuro, nei bambini cileni più poveri del quartiere popolare di San Bernardo, alla periferia di Santiago. Lo ha raccontato al presidente Martini, l’animatrice dell’associazione Natalina Biagi in un incontro con la comunità degli immigrati toscani. È una delle iniziative promosse ogni anno, alla vigilia delle festività natalizie, dall’Associazione Toscana nel Cile e dalla Parrocchia degli italiani, da sempre punto di riferimento di tutti gli immigrati che giungono nel paese.