La crisi delle banche: Biondi (Fiba Cisl), «sono diventate case da gioco»
«Un cittadino che entra oggi in una banca non è sicuro che quella sia davvero una banca o una casa da gioco». E' duro il giudizio di Stefano Biondi, segretario regionale dei bancari della Cisl. Biondi nell'intervista rincara la dose: «Noi siamo bancari, non croupier. E vorremmo avere diritto all’obiezione di coscienza su certi prodotti che talvolta veniamo spinti a vendere senza sapere davvero, neppure noi, che cosa stiamo vendendo, tanto sono complessi». GUARDA L'INTERVISTA

Che cosa è successo alle nostre banche?
«Soprattutto negli ultimi 20 anni sono avvenute alcune modifiche sostanziali nel modo di operare delle banche. La riforma Amato-Ciampi, indispensabile per alcuni aspetti, ha operato alcune variazioni del sistema, la più importante quella di fondere le cosiddette banche d’affari con le banche ordinarie. Il nostro sistema, che derivava dalla crisi del 1929, aveva separato in modo netto questi istituti. Invece con questa riforma entrambe possono fare tutti e due i mestieri. Tutto ciò in contraddizione palese con la fondamentale indicazione costituzionale per cui le banche ordinarie erano quelle preposte a tutelare il risparmio e promuovere la raccolta e l’uso del denaro a favore dello sviluppo, delle imprese, della vita dei cittadini. Quindi non avevano come scopo principale quello di fare soldi con il denaro ma quello di aiutare con lo strumento economico e creditizio il paese e l’economia».
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