Toscana

La scuola paritaria è davvero per tutti

di Nicoletta Benini

Garantire il diritto allo studio per tutti, nessuno escluso, tanto più in un’ottica squisitamente cristiana e protesa sull’umano che caratterizza le scuole paritarie del nostro territorio; una scuola che non perda nessuno per strada: «non uno di meno» recita il Trattato di Lisbona del 2000 sull’educazione. Il Convegno che la Fism Toscana (Federazione Italiana Scuola Materne) ha voluto dedicare, sabato 29 gennaio al Grand Hotel Mediterraneo di Firenze, a tutti gli addetti ai lavori del settore dell’infanzia e della scuola, aveva una particolare sottolineatura: «Disabilità: Accoglienza ed Integrazione nella scuola paritaria in Toscana». Quindi una messa a fuoco professionale sulle tante disabilità che oggi più che mai bussano alla porta delle scuole cattoliche fin dalla prima infanzia; disabilità alle quali sono legate tante problematiche che ogni giorno richiedono energie e fondi economici.

Oltre alle relazioni di alto livello psicopedagogico come quella di Rolando Zanon, Responsabile dell’Area Disabilità del Consorzio Comars o quella molto puntuale sugli aspetti legislativi di Patrizia Tinti, Preside dell’Istituto Santa Marta di Firenze, o al racconto delle esperienze dirette di chi ogni giorno combatte in prima linea con la disabilità, la novità di maggiore interesse è venuta dall’intervento di Stefano Lassi, Psichiatra e Psicoterapeuta dell’Oda, l’«Opera Diocesana Assistenza» nata sul territorio toscano nel 1953 con il Cardinale Elia Dalla Costa e cresciuta negli anni Settanta con due grandi strutture dedicate proprio al recupero e alla cura di tante disabilità. È proprio con l’Oda che la Fism vorrà interagire in un progetto comune, proprio per garantire a tutte le scuole paritarie una maggiore qualità educativa nel casi di disabilità. «Il nostro progetto – ci ha detto Stefano Lassi – è molto ambizioso ed è a grande spettro così come impongono le problematiche di cui si vuole occupare; senz’altro però il nostro primo obiettivo sarà quello di partire con un progetto pilota sui disturbi dell’apprendimento coinvolgendo gradualmente non solo le scuole dell’infanzia, ma anche gli altri ordini di scuola, creando un vero e proprio luogo fisico con personale specializzato che possa essere di supporto ai docenti, ai coordinatori didattici, alle famiglie. L’Oda ha interesse a partire con questo progetto fin dalla prima infanzia perché siamo convinti di quanto sia fondamentale, in tutti i casi di disabilità, la diagnosi precoce e quindi la possibilità di intervenire in tempi utili per arginare il danno». «Le faccio un esempio pratico – ha proseguito Lassi – dopo la Legge 180 e la chiusura dei manicomi nella nostra residenza di Diacceto sono arrivati tanti che erano entrati da bambini o da ragazzi all’ospedale psichiatrico di San Salvi, alcuni addirittura nati proprio in quella struttura: persone che forse avrebbero potuto avere oggi una condizione migliore con l’aiuto di una diagnosi precoce».

Il tema proposto dalla Fism è stato di molto interesse come hanno dimostrato le numerose presenze al Convegno. Mario Monti Guarnieri, Consigliere Nazionale Fism, in veste di moderatore ha dato inoltre il benvenuto a molte autorità politiche ed istituzionali del mondo scuola presenti in sala: i parlamentari Rosa De Pasquale e Gabriele Toccafondi, il consigliere regionale Gianluca Parrini, il vicesindaco di Incisa Massimo Bigozzi, Marisa Tassone dell’Ufficio Scolastico Regionale, Elisa Amato dell’Ufficio Scolastico Provinciale, suor Carmela Prèncipe, Presidente Regionale della Fidae (associazione che è stata chiamata a lavorare in rete con la stessa Fism anche su questo tema). Nel suo breve saluto suor Carmela ha voluto ricordare, partendo dal Documento recente dei Vescovi «Educare alla vita buona del Vangelo» quanto nelle scuole paritarie ci sia da sempre questa speciale attenzione alla persona e a quella più debole in particolare e questo nonostante le molte difficoltà economiche che ancora gravano sulle scuole cattoliche finché non si arriverà alla tanta auspicata parità economica che finalmente renderà libere le famiglie nella scelta della scuola per i propri figli.

Elisa Amato, dell’Ufficio Parità Provinciale, ha detto quanto mai oggi sia importante affrontare un tema così urgente: «per l’alunno disabile si parla oggi di inclusione che va oltre l’integrazione» ha detto, e citando Don Giovanni Bosco: «educando e formando la persona andiamo a migliorare la nostra società» e quindi un invito a proseguire sulla strada di un’educazione tesa ai valori umani e cristiani. Subito dopo ha parlato Leonardo Alessi, Presidente Regionale della Fism, il quale ha ribadito l’importante esperienza di unità tra la sua associazione e la Fidae e se, dati alla mano, «371 sono i bambini disabili presenti nelle scuole paritarie toscane di cui 191 nelle sole scuole dell’infanzia; se 10 mila sono i disabili nelle 13 mila scuole paritarie del territorio nazionale, con un incremento del 300-400% di questa presenza, è perché i genitori scelgono sempre di più le nostre scuole, perché in esse possono trovare quei principi ispiratori che danno risposte ai loro bisogni con uno sguardo d’amore sull’umano… il disabile non è un problema, ma è una persona da incontrare e da amare…abbiamo una visione positiva del reale che ci fa chinare su situazioni di sofferenza e di emarginazione: non solo quindi verso quei casi certificati, ma anche verso quei tanti altri tipi di difficoltà, situazioni così dette “borderline”, dai disturbi dell’apprendimento ai disagi psicologici provenienti spesso dalla crisi generazionale in cui versa la famiglia. Sempre di più quindi le nostre scuole devono essere luoghi della vita e per la vita dove il più debole, perché disabile o perché extracomunitario trovi la giusta accoglienza».

In Italia la situazione legislativa in materia di handicap è molto più avanti rispetto ad altri paesi europei, basti pensare alla Legge 517 del 1977 che determinò l’abolizione delle classi differenziali con l’inserimento del disabile nella comunità scolastica prevedendo per lui la figura dell’insegnante di sostegno, figura importantissima nel percorso di integrazione; a questo proposito, ha aggiunto Alessi, «per noi non sono una spesa esosa i 90 mila insegnanti di sostegno anche se condividiamo che sia opportuno un maggiore controllo su certe aree perché sicuramente ci viene da interrogarci su come mai in Campania gli insegnanti di sostegno sono presenti ben 7 volte in più rispetto alla Toscana… Le risorse oltre ad essere incerte sono ancora insufficienti soprattutto su certi ordini di scuola se escludiamo la primaria. Per noi è vitale continuare con il protocollo d’intesa che dal 1998/1999 la Regione ha firmato con la Fism e con la Fidae facendo allora un gran passo avanti nel cammino della parità che, anche se non ancora raggiunta in maniera completa, non può tornare indietro anzi dev’essere incrementata e quindi, la Regione per un verso e i Comuni per l’assistenza, devono continuare in questo cammino…»

Quasi a conclusione della mattinata è arrivato anche il Vescovo Ausiliare di Firenze Claudio Maniago che non ha voluto far mancare la sua parola di saluto e di incoraggiamento alle persone impegnate nel campo dell’educazione ritenuto fondamentale per il futuro generazionale: «non dobbiamo avere timore anche di fronte a sfide difficili perché sappiamo di non essere soli e dobbiamo perciò proseguire in questo servizio fondamentale del nostro essere Chiesa, appassionati alla questione educativa».

Il presidente Alessi: «Sostenere le famiglie»Prima dell’inizio dei lavori del Convegno il presidente Fism Leonardo Alessi ha voluto sottolineare tre importanti significati di questo tema della disabilità: «Il nostro primo interesse è di ricordare alle insegnanti, agli addetti ai lavori, le ragioni per le quali vale la pena accogliere bambini disabili se solo pensiamo ai carismi, ai principi ispiratori che sono presenti in ogni scuola cattolica; altra cosa poi è sostenere la famiglia che fa la scelta di una scuola paritaria e che è, ad oggi, doppiamente discriminata, perché paga due volte la scuola, prima con le tasse e poi con la retta ed inoltre è spesso a battagliare con la stessa scuola per ottenere quelli stessi diritti che nella scuola statale sono garantiti; gli aiuti che arrivano ad oggi per le materne dalla Regione coprono di 1/3 della richiesta effettiva per il disabile e l’insegnante di sostegno; infine, in questo panorama di grande emergenza educativa accanto ai bambini certificati c’è ne sono tanti con altri disagi psicologici, o per disturbi dell’apprendimento e spesso anche la famiglia ha bisogno di un aiuto che da sola non può dare. Ecco perché abbiamo pensato all’Oda e ad un progetto che è in divenire per offrire una serie di servizi a genitori, insegnanti, coordinatrici didattiche che ogni giorno si trovano a dovere affrontare il mondo della disabilità».