Toscana

Lavoro e scuola, la Toscana si mobilita

DI ANDREA FAGIOLIAttraverso la loro terra ci danno la cosa più bella che noi cerchiamo: la spiritualità. In cambio noi tentiamo di offrire loro la possibilità di lavorare e quindi di vivere e rimanere in quella terra». Un concetto forse poetico, ma anche di sostanza con il quale don Paolo Tarchi, direttore dell’Ufficio Cei per la pastorale sociale e il lavoro, sintetizza il senso degli incontri tra imprenditori toscani e artigiani di Betlemme ai quali lui stesso ha assistito nei giorni del «pellegrinaggio della solidarietà» partito dalla Toscana. E tra gli accordi raggiunti ce n’è uno che copre entrambi i filoni d’intervento: il lavoro e la scuola. Lo hanno messo a punto la Cisl regionale, la Confartigianato di Prato, la Cassa di Risparmio di San Miniato e la Fondazione «Centesimus annus», rappresentate a Betlemme, rispettivamente, da Gianni Salvadori, Pierluigi Galardini, Luigi Minischetti e Paolo Galardi, che è anche presidente regionale dell’Uciid, l’associazione cattolica degli imprenditori. L’accordo, al quale hanno aderito anche la Confartigianato toscana e la Regione, prevede di realizzare e mettere a disposizione uno spazio per gli artigiani di Betlemme alla prossima Mostra dell’artigianato a Firenze: uno stand di 30 metri quadrati con sei operatori palestinesi a presentare i loro prodotti. Sul fronte scolastico, l’accordo prevede invece di ospitare in Toscana, nel luglio prossimo, venti ragazzi dai 13 ai 15 anni della Terra Sancta school.

C’è da dire che la Cassa di Risparmio di San Miniato sta operando da tempo con la Terra Santa e soprattutto sta lavorando ad un importante volume sul frate-archeologo di San Miniato padre Bellarmino Bagatti a cui si devono alcune tra le principali scoperte archeologiche. Siamo già alle bozze e si parla di una presentazione ufficiale nei prossimi mesi anche a Gerusalemme.

Per quanto riguarda Prato, oltre al direttore della Confartigianato, era presente in Terra Santa l’assessore provinciale al lavoro e alle attività produttive, Fabio Giovagnoli, e il direttore della Caritas diocesana, don Santino Brunetti. Il contributo della Provincia pratese verso i ragazzi e gli artigiani di Betlemme riguarderà soprattutto il diritto allo studio e la formazione professionale, mentre la Caritas svilupperà ulteriormente il forte legame che già esiste tra la diocesi di Prato e la Terra Santa, lavorando ad un progetto preciso dettato dalle principali necessità. È per questo che don Brunetti, insieme ad un collaboratore, Carlo Gualtieri, ha incontrato i parroci di Betlemme e di Gerusalemme. Tra le preoccupazioni emerse la formazione dei giovani universitari, la costruzione di case per le giovani coppie, in modo che non abbandonino la Terra Santa, e un centro pastorale per la formazione cristiana. «L’intento – spiega don Brunetti – è quello di favorire per i giovani una stabilità in patria e di creare cristiani qualificati». Ma c’è anche un’altra necessità, all’apparenza curiosa: i cristiani di Terra Santa hanno bisogno di un carro funebre. Al momento ce n’è uno solo per Gerusalemme e Betlemme, ma rischia di rimanere bloccato da una parte o dall’altra a seconda dei posti di blocco israeliani.

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