Toscana

Lavoro, ieri due incidenti mortali. Fuso (Cgil): «Urge battaglia per sicurezza»

«A distanza di poche settimane dall’ultimo infortunio mortale avvenuto nella nostra Provincia, ci troviamo costretti a confrontarci con l’ennesimo morto sul lavoro». Lo scrivono in una nota le Segreterie Cgil Massa Carrara e Uil Massa Carrara, Filt Cgil Massa Carrara e Uil Trasporti Massa Carrara. «Stamani i lavoratori portuali di Marina di Carrara hanno deciso autonomamente di astenersi dal lavoro per esprimere la loro solidarietà verso il collega venuto a mancare, che tra l’altro era un iscritto alla Filt Cgil. Allo stesso modo come organizzazioni sindacali indiremo uno sciopero territoriale di tutte le categorie di 4 ore il giorno in cui si celebreranno i funerali, mentre lo sciopero sarà per l’intera giornata per i lavoratori portuali. Lo urliamo a gran voce da tempo, purtroppo inascoltati, che è necessario un impegno di tutti i soggetti istituzionali affinché ci si adoperi fermamente per fermare questa strage, perché di strage si sta parlano. Viviamo in un territorio dove la mancanza di lavoro e il peggioramento delle condizioni di lavoro mettono i lavoratori in una condizione di ricattabilità e paura, tanto che ormai pare quasi normale lavorare in condizioni di palese pericolosità. Tutto questo non è accettabile e continueremo a denunciarlo con ogni mezzo a nostra disposizione».

Ma ieri gli incidenti sul lavoro sono stati due nella nostra regione. All’operaio morto nel porto di Marina di Carrara si aggiunge l’altro operaio rimasto fulminato a Monte San Savino. «Ieri – ha dichiarato il segretario regionale della Cgil Mauro Fuso – nel Paese altri quattro morti sul lavoro, di cui due nella nostra regione – scrive. Nonostante l’impegno e l’attenzione della Regione Toscana sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, nonostante gli allarmi e le iniziative del sindacato. Purtroppo si lavora spesso in condizioni limite e questi due infortuni mortali di ieri, nel porto di Marina Carrara e in un appalto della rete elettrica nell’aretino, dimostrano la fragilità e i rischi a cui alcuni lavoratori sono soggetti. Questa striscia di sangue fa emergere con sempre maggiore chiarezza che c’è bisogno di una ‘battaglia quotidiana’ per affermare la cultura della sicurezza sul lavoro, sicuramente allentata da questi anni di crisi e precarietà. Una ‘battaglia quotidiana’ e non una campagna una tantum per affermare con forza che in Toscana si lavora mettendo la persona e la sua dignità al primo posto. Questo è il messaggio di prevenzione che dobbiamo trasmettere con una comunicazione incisiva e martellante, a cui la Regione, insieme al sindacato e alle imprese, può dare un grande impulso».