Toscana

Lavoro sicuro, protocollo tra Regione e Procure. Rossi: «Lotta allo sfruttamento, ce lo ha detto anche Papa Francesco»

“E’ la lotta allo sfruttamento il passaggio successivo del Progetto Lavoro sicuro. Ce lo hanno indicato anche le nette parole pronunciate ieri a Prato dal Papa in una grande giornata per la Toscana tutta. Ora dobbiamo intervenire sul fronte dello sfruttamento disumano, il che significa andare oltre: non solo controllare le condizioni di lavoro e di vita, separando il lavoro dagli ambienti di vita, garantendo sicurezza nei luoghi di lavoro e chiudendo i dormitori abusivi. Ma anche tenere sotto controllo in modo molto più massiccio di quanto avvenuto finora altri reati importanti che hanno a che vedere con lo sfruttamento della persona, con orari di lavoro senza regole e con situazioni che fuoriescono da livelli accettabili, anche in termini di remunerazione”.

Lo ha affermato oggi il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, firmando insieme al procuratore generale della Repubblica Francesco D’Andrea, e ai procuratori di Firenze, Pistoia e Prato – Giuseppe Creazzo, Paolo Canessa e Giuseppe Nicolosi – l’estensione del protocollo di collaborazione per il piano straordinario “Lavoro sicuro”, varato dopo la morte di sette operai cinesi il primo dicembre di due anni fa.

Un piano che sta dando a detta di tutti i firmatari risultati importanti. “Questo non significa – ha detto Rossi – che tutto sia risolto. Però è confortante sapere, che l’84, 4 per cento delle aziende di titolari cinesi che abbiamo controllato, si mette in regola”. I controlli finora sono stati 4.000 su 7.770 aziende censite.

“Un’operazione – ha detto Rossi – che tra l’altro si paga da sola con le multe comminate. Il mio grazie va a tutti i soggetti coinvolti, a partire dai giovani del servizio civile in supporto alle procure, agli ispettori assunti, al personale delle Asl, alle procure e alle prefetture, in particolare quella di Prato che coordina interventi particolarmente impegnativi”.

“Certo non è una battaglia semplice, ma un grosso sforzo lo stiamo facendo – dichiara il presidente – E soprattutto da due anni a questa parte, quando morirono sette persone, la Toscana si è mossa concretamente. Oggi confermiamo il lavoro con le Procure. Importante è che su temi come Lavoro sicuro ci sia collaborazione tra i diversi apparati dello Stato che hanno compiti diversi, ma dobbiamo tutti sentirci impegnati a fare di più. Per la sicurezza sui luoghi di lavoro, per combattere sfruttamento e evasione fiscale. E per bonificare gradualmente, come disse l’allora presidente Napolitano, la situazione, trasformandola da negativa in positiva per tutti. Dunque si tratta di combattere gli aspetti speculativi, impedire gli intrecci di illegalità, tra i cinesi e le situazioni locali di chi affitta e consente attività al nero. Perché non c’è tutto il bianco da una parte e il nero dall’altra. Quella che io auspico è una reazione civile e anche morale perché si possa creare una condizione di maggior benessere per tutti”.

Di una collaborazione con la Regione fruttuosa e di risultati importanti, se pure non definitivi, ha parlato il procuratore generale della Repubblica Francesco D’Andrea: “Dal dicembre 2013 – ha detto – abbiamo condotto interventi di recupero della legalità grazie all’attività delle Procure e in particolare di Prato che, in condizioni di grosse difficoltà, ha fatto uno sforzo encomiabile. Grazie alla Regione per l’aiuto che ci ha dato, anche mettendo a disposizione personale che ci supporta nell’attività quotidiana. Ora dobbiamo dobbiamo fare un ulteriore passo avanti non solo per la sicurezza, ma per contrastare tutti gli altri aspetti di illegalità intrecciati con una certa attività imprenditoriale, soprattutto in tema di evasione fiscale”. Oltre alla creazione, sempre con la Regione, del laboratorio di genetica forense esteso a tutta la realtà toscana, il procuratore ha annunciato che &egrav e; in cantiere un protocollo di collaborazione nel settore delle frodi agroalimentari.