Toscana

Lavoro. Operaio muore schiacciato da una lastra di marmo a Marina di Carrara

«Ancora un morto sul lavoro. E ancora una volta nel settore del marmo. Il primo pensiero va alla famiglia, alla quale esprimo la mia vicinanza e la mia solidarietà. È davvero doloroso registrare un nuovo infortunio mortale proprio in un settore in cui tanto abbiamo fatto per aumentare la sicurezza e accrescere la consapevolezza di lavoratori e datori di lavoro». È quanto dichiara, in una nota, l’assessore toscano al Diritto alla Salute, Stefania Saccardi, che rivolge le condoglianze alla famiglia di un operaio quarantenne morto stamani in un deposito a Marina di Carrara (Massa-Carrara), schiacciato da una lastra di marmo. «In questi ultimi anni – ricorda l’assessore – abbiamo messo in campo interventi concreti. Ma evidentemente tutto questo non è ancora sufficiente. Per migliorare la sicurezza nelle cave e nel settore del marmo è necessaria una stretta collaborazione tra lavoratori e datori di lavoro, una vera alleanza tra tutte le figure dell’impresa. E i controlli devono essere assidui e costanti».

Due anni fa, a maggio, la Regione ha approvato, nell’ambito del piano strategico regionale 2016-2020 per la sicurezza sul lavoro, il piano biennale straordinario per la lavorazione del marmo, avviato a partire dal primo giugno 2016. Nel dicembre 2017 il piano, che avrebbe dovuto concludersi nel maggio 2018, è stato prorogato fino al maggio 2020. L’investimento complessivo, per l’acquisizione di nuovo personale (tecnici di prevenzione, ingegneri, geologi) e di attrezzature (fuoristrada, auto, computer, macchine fotografiche), è stato di 3,25 milioni.

«Siamo di nuovo qui a piangere un altro morto sul lavoro a Carrara. E’ già il secondo in pochi giorni. Ma oramai anche le nostre lacrime sembrano appartenere alla vuota routine. E’ ora di dire basta a questa strage oramai quotidiana». Così il presidente di Acli Toscana, Giacomo Martelli sulla sciagura avvenuta a Carrara.

«Chiedo alle istituzioni di lasciare da parte le parole – dice Martelli – e di muoversi concretamente considerando la questione sicurezza, anzi mancata sicurezza sul lavoro per quello che è veramente: una emergenza. E come per qualsiasi altra emergenza servono strumenti e azioni straordinarie, puntuali e immediate. La magistratura faccia chiarezza fino in fondo anche per verificare se è vero che quel padre di famiglia in tasca aveva un contratto di soli 5 giorni e se dunque doveva e poteva stare lì sul quel piazzale in mezzo alle lastre di marmo. Si cerchino responsabilità e responsabili. Ma la politica offra subito un piano straordinario di intervento come si farebbe dopo una calamità naturale».