Toscana

Le coppie che si sposeranno in chiesa, nonostante tutto: «Le date sono fissate, i matrimoni si faranno»

Francesco e Stefania avrebbero dovuto sposarsi il 30 aprile 2020. Avevano deciso la data del matrimonio durante il pellegrinaggio interparrocchiale tra la parrocchia di San Jacopino in Polverosa e la Parrocchia dei Santi Giuseppe e Lucia in Terra Santa tra ottobre e novembre 2019. Il 9 marzo avevano stabilito in Curia tutti i documenti necessari per la celebrazione in chiesa; era tutto pronto, mancava solo la prova dei vestiti. Poi il lockdown. «Abbiamo aspettato fino agli inizi di aprile per cambiare data – racconta Francesco- monitorando i numeri della pandemia era chiaro che avremmo dovuto rinviare, ma a quando? Dopo un confronto fra noi, vedendo che i dati, seppur lentamente, iniziavano a essere incoraggianti, abbiamo deciso di rimandare a sabato 27 giugno». Francesco è di Gaeta, Stefania di Benevento. Entrambi lavorano nelle forze di polizia di Firenze, ma la cerimonia si svolgerà nella cattedrale di Gaeta. «È immenso il nostro desiderio di ricevere questo Sacramento, comunque nel rispetto delle regole imposte» continua Francesco. «Gli invitati previsti sono molti; allora abbiamo pensato di realizzare mascherine personalizzate per gli ospiti e ci stiamo organizzando per una diretta streaming professionale per dare a tutti gli invitati la possibilità di essere con noi. Inoltre, il luogo scelto per il ricevimento è abbastanza grande e ci permetterà sicuramente di rispettare le restrizioni». Francesco e Stefania sanno che i loro invitati, per raggiungere Gaeta, dovranno muoversi da varie parti d’Italia e che alcuni, per paura della pandemia, preferiranno declinare. Ma tutto questo non li scoraggia. «Il matrimonio non sarà più rinviato. Se ci sarà un’evoluzione negativa dell’emergenza sanitaria, ci preoccuperemo per l’Italia, non per la nostra situazione» conclude Francesco: «Sia fatta la Sua volontà, noi umanamente abbiamo fatto tutto il possibile».Un po’ meno a rischio, forse, è il matrimonio di Rachele e Giulio, programmato per il 5 settembre, anche se con molti interrogativi. Giulio è della parrocchia di San Michele Arcangelo a Pontassieve, Rachele di quella del Santissimo Crocifisso a Monticelli. Si sposeranno però a San Pancrazio in Val di Pesa, dove andranno poi a vivere. La quarantena ha stravolto la classica organizzazione del matrimonio, ma ha permesso agli sposi di fare un percorso di crescita sul valore della loro scelta. «Sicuramente questa situazione cambia tutto nella preparazione del matrimonio. – spiega Rachele – Ci sono molti problemi logistici, invitati che forse non potranno venire e la festa che non sappiamo nemmeno se potremo fare. Dobbiamo essere molto flessibili e avere tanti piani B».Anche Rachele e Giulio hanno preso in considerazione l’idea di rimandare il matrimonio, ma poi ha prevalso in loro la voglia di stare insieme. «Abbiamo preso in considerazione tutte le possibilità. -continua Rachele- Io sono molto legata all’immagine del matrimonio e all’inizio è stato difficile pensare di rinunciare anche a cose banali, come portare le partecipazioni o organizzare il coro. Soprattutto abbiamo paura di non poter avere con noi le nostre nonne, per entrambi figure importanti. Però ci è stato di grande aiuto parlare fra noi e confrontarci con amici, parenti e testimoni, che ci hanno aiutati a capire quali fossero le cose davvero importanti».Sposandosi a settembre, Giulio e Rachele sperano di poter celebrare la Messa, magari all’aperto, con amici e parenti stretti. «Ci siamo affidati al Signore – conclude Rachele – per riuscire ad apprezzare e vivere con gioia ogni momento di quel giorno, sapendo che i nostri problemi sono così piccoli in confronto a quelli di chi ha perso familiari o lavoro a causa del coronavirus. Alla fine, questo periodo ci ha regalato una visuale più profonda del matrimonio: non abitiamo ancora insieme e sposarci ci farà iniziare un rapporto di comunione quotidiana, in cui ricercare il Signore nell’altro, con la consapevolezza che non si tratta solo di fare una promessa davanti a Lui, ma di accoglierlo nella nostra vita».

Nella foto, Rachele e Giulio davanti a Palazzo Vecchio: la foto è stata scattata il giorno in cui sono andati in Comune per le pubblicazioni