Toscana

Le famiglie non spendono, ferme le vendite al dettaglio

DI ENNIO CICALI

Consumi e vendite ai minimi in Toscana. Le nuvole che annunciano l’autunno sono cariche di incertezze  per le famiglie. In momenti di crisi l’unica tattica possibile per limitare l’erosione del reddito, è tirare la cinghia e rinviare a tempi migliori l’acquisto di beni considerati meno necessari. A farne le spese è il commercio, che  stenta a riprendersi, nonostante i segnali di recupero di competitività dell’economia toscana. Segnali che non si traducono ancora in consistenti aumenti delle spese dei consumatori. Di fatto, ristagna il commercio al dettaglio regionale che chiude il secondo trimestre 2007 con una variazione tendenziale delle vendite del +0,2%, in linea con il tasso di crescita nazionale (+0,1%) ma inferiore a quello della macroarea Centro Italia(+1,0%).

La valutazione arriva dall’indagine dell’Osservatorio regionale sul Commercio di Unioncamere Toscana e Regione Toscana, condotta sulla base dei dati Unioncamere nazionale relativi al periodo aprile-giugno 2007.

Nella nostra regione è mancato soprattutto il traino della grande distribuzione (oltre 20 addetti), tanto che il tasso di variazione tendenziale appare il più basso degli ultimi anni (+1,4%) e inferiore a quelli del Centro (+3,2%) e dell’Italia (+2,8%), pure loro in frenata.

A rimetterci sono soprattutto i piccoli esercizi, quelli che hanno al massimo 5 addetti – le botteghe tradizionali, quasi sempre a conduzione famigliare – e la media distribuzione (6 – 19 addetti), che perdono rispettivamente  lo -0,8% e lo -0,5%. È aumentato invece il giro di affari di ipermercati supermercati e grandi magazzini (+1,7%), meno che a livello nazionale, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

I timori delle famiglie si esprimono poi nelle scelte fatte al momento di spendere. Le risorse sono dirottate sul mangiare, per questo sono aumentate le vendite degli esercizi specializzati alimentari che mantengono il segno positivo (+0,5%) contrariamente al dato nazionale (-1,0%). La dinamica degli alimentari è frutto di risultati molto differenziati: in espansione (+1,9%), la grande distribuzione; in sostanziale stallo per la media (+0,1%); critica per i piccoli esercizi (-1,4%). Sono in perdita contenuta gli esercizi specializzati non alimentari (-0,3%), in linea con il dato nazionale (-0,4%).

Vendite in picchiata nei negozi non alimentari, sottozero per abbigliamento e accessori (-1,0%); ridotta fino a valori prossimi allo zero (+0,1%), la vendita dei prodotti per la casa ed elettrodomestici.

I commercianti toscani guardano con deciso ottimismo al terzo trimestre, quello che comprende il periodo dei saldi dal 16 luglio al 10 settembre: quindici su cento prevedono una riduzione del giro d’affari, mentre il 51% prevede un aumento, per un saldo tra ottimisti e pessimisti del +36 che è il più elevato dal 2005 ed è migliore al dato nazionale (+27).

Il clima di fiducia è da ascrivere quasi completamente all’eccezionale impennata di ottimismo della grande distribuzione (saldo +82) che, in linea con il resto d’Italia (+72), triplica il valore più alto registrato dal 2005 (+26 nel terzo trimestre 2005), come succede per ipermercati, supermercati e grandi magazzini (+91). Le aspettative sono rosee: in modo marcato, per i commercianti di prodotti alimentari (saldo +52); più moderatamente nel settore dei non alimentari (+15).