Toscana

Lunigiana, sei mesi dopo

Nel suo percorso verso il mare, aveva però spazzato via ponti e argini, rivelando la fragilità di un territorio sul quale, negli ultimi decenni, si sono accanite speculazioni edilizie e superficialità gestionali. Oltre cinquecento le auto danneggiate; un centinaio fra uffici, attività commerciali, bar e ristoranti chiusi. E, purtroppo, due vite spezzate e ingoiate dal fango: Claudio Pozzi, di 60 anni, e Enrica Pavoletti, di 78 anni. «Un inferno che si è scatenato in pochi attimi – hanno raccontato i testimoni – quando la gente era a fare la spesa o stava rientrando a casa».

Salvo per miracolo

Il proprietario del supermercato seminterrato che sorge sul viale che costeggia l’argine del fiume, Giorgio Aranci, ci ha raccontato un’esperienza che ha dell’incredibile, o come dice lui stesso, «del miracoloso». «Nel pomeriggio di quel martedì – ci spiega Aranci – appena l’acqua è entrata nel supermercato e siamo rimasti senza corrente elettrica, abbiamo chiesto ai clienti di andarsene, pensando che, come accaduto in altre occasioni, fosse il classico nubifragio da 30-40 cm.  Ma il livello dell’acqua e del fango crescevano, regolarmente, e quindi, visto che non si poteva più lavorare, ho mandato a casa i miei dipendenti facendoli uscire dalla porta che immette nel garage. Mentre stavo per raggiungere l’uscita di servizio, nel giro di pochi minuti, uno tsunami di fango ha sfondato le vetrate, è entrato nel supermercato e mi ha sollevato in alto, spingendomi sopra gli scaffali. Allora ho iniziato a nuotare verso l’uscita, cercando di respirare in quei pochi centimetri di spazio che mi separavano dal soffitto. Ho tentato, sott’acqua, al buio, di raggiungere la porta. Ho impugnato con forza la maniglia, ma non riuscivo ad aprirla, la pressione dell’acqua era troppo forte. Allora ho provato a ritornare a galla ma non c’era più spazio per respirare e così ho iniziato a inghiottire fango. In quel momento, pensando di essere vicino alla morte, ho visto l’immagine di mia figlia Alessandra, deceduta qualche anno fa, con accanto la Vergine Maria. La invocavo dicendo che ormai sarei stato con lei. D’un tratto una luce abbagliante si è posta dinanzi a me e miracolosamente la porta si è aperta… in pochi secondi mi sono ritrovato fuori dal supermercato, aggrappato alla grondaia, a gridare aiuto. Qualcuno mi ha tirato giù. Avevo bevuto tanta acqua sporca, era confuso, stanco, sofferente, ma vivo. Più ci penso e più mi convinco che è stato un miracolo: nessuno si sarebbe salvato quella situazione, tanto meno un uomo di 78 anni, come me». Quel supermercato, completamente distrutto, è stato riaperto e fuori dalla porta campeggia una statua della Madonna con incisa la frase «per grazia ricevuta». Aranci si è sentito in dovere di offrire 45mila euro ad associazioni, scuole, Comune, Croce bianca, ma anche alla parrocchia di San Caprasio e un buono spesa di 100 euro alle 55 famiglie di alluvionati oltre che un obolo ai parenti di Pozzi e Pavoletti.

 

Cantieri aperti

La ricostruzione del supermercato Conad, costato circa 2,7 milioni di euro, di cui un milione e 250mila euro provenienti dalla Regione Toscana, è il segno tangibile di una «voglia di andare avanti» che aullesi e lunigianesi stanno provando. Ricostruire meglio di prima, è la parola d’ordine, per evitare che tali tragedie possano ripetersi. Anche il governatore della Regione Toscana ha visitato il supermercato di Aranci. E nell’occasione Enrico Rossi ha fornito gli ultimi dati sulle domande presentate finora da imprenditori e commercianti a «Fidi Toscana» per ottenere prestiti. Sono state 80 per un totale di 12 milioni di euro. Di queste, 61 hanno avuto risposta positiva e le banche hanno finora erogato cinque milioni. Il governatore, che è anche commissario per la ricostruzione, in precedenza era stato a Mulazzo a visitare cantieri aperti. «Bisogna che le opere da realizzare – ha affermato – vengano fatte bene, presto e con onestà. In tutto sono in programma sessanta interventi e, per gran parte di questi, le progettazioni sono pronte: l’obiettivo è che metà dei cantieri siano aperti nel giro di un mese e mezzo e che tutti lo siano entro l’estate. La costruzione del guado di Mulazzo – ha annunciato – sarà completata entro fine maggio».

Altri cantieri riguardano la ricostruzione della strada provinciale 32, e la strada comunale che collega le frazioni di Montereggio e Parana al fondovalle. Il presidente della Regione ha, inoltre, dichiarato che tornerà in Lunigiana ogni quaranta giorni per verificare personalmente l’avanzamento della ricostruzione. Ed ha aggiunto: «Tra una visita e l’altra, poi, organizzerò a Firenze una riunione con i Comuni, le Province e gli enti interessati per verificare necessità, affrontare problemi e per organizzare al meglio il lavoro. Per ricostruire la Lunigiana – ha concluso – non ci stiamo risparmiando. E se siamo stati presenti nella fase dei soccorsi e dell’emergenza, lo siamo ora in quella della ricostruzione e della messa in sicurezza, con un investimento complessivo che sfiora i cento milioni di euro». Tra le  priorità elencate c’è l’argine di Aulla. «Sarà alto tre metri solo in alcuni punti – ha informato – e l’intervento costerà circa da otto milioni di euro. I lavori partiranno non oltre giugno e saranno realizzati in modo da non lasciare varchi all’eventualità di un episodio infausto come quello dell’anno scorso».

La raccolta di solidarietà delle Chiese della Toscana

All’indomani della tragedia, i vescovi della Toscana si sono immediatamente attivati per portare la loro solidarietà alle famiglie alluvionate, chiedendo a tutte le parrocchie di collaborare, con la preghiera e una raccolta straordinaria, fissata per il 13 novembre scorso. «Per significare concretamente la vicinanza di tutte le Chiese della Toscana – scrivevano –  abbiamo pensato di indire, tramite la Caritas, una giornata speciale di preghiera e di raccolta fondi per le popolazioni colpite dall’alluvione». In quell’occasione sono stati raccolti 255.722 euro. Ma la cifra è destinata a crescere poiché all’appello mancano ancora alcune diocesi «che – informa Almo Puntoni, direttore della Caritas apuana – proprio in questi giorni stanno completando gli ultimi versamenti». A questa somma vanno aggiunti gli 87.485 euro donati dalle parrocchie della diocesi apuana per un totale pari a 343.207 euro raccolti.

«La cifra – ha dichiarato ancora il direttore –, è stata messa a disposizione delle famiglie degli alluvionati ed è destinata soltanto a loro,  come espressamente stabilito dai vescovi toscani e ribadito in una lettera del nostro vescovo Giovanni Santucci. Abbiamo già versato 45mila euro e, nelle prossime settimane, consegneremo altri 250mila euro. Per intercettare i bisogni concreti delle famiglie, il nostro punto di riferimento sul territorio, sono i due Centri di Ascolto, uno ad Aulla e l’altro a Mulazzo che operano a stretto contatto con la realtà locale. Saranno loro che segnaleranno i casi sui quali intervenire». Anche la Cei, a poche settimane di distanza dalla catastrofe, è intervenuta direttamente con un contributo di 200mila euro che, sommato a quanto pervenuto da diverse diocesi italiane, andrà ad alimentare un fondo per la realizzazione, sotto la super visione di Caritas nazionale, di un’«opera segno» proprio ad Aulla. «Potenzieremo così le attività del Centro di ascolto – conclude Puntoni – facendolo diventare una struttura di accoglienza e di riferimento per la Lunigiana. Sarà dotato di una piccola mensa e di un dormitorio». Numerose associazioni e anche singoli fedeli, hanno assicurato vicinanza e solidarietà versando la propria offerta alla parrocchia di San Caprasio, senza utilizzare i canali diocesani.

Un comitato di cittadini per aiuto sui risarcimenti

Altro fronte, che interessa gli alluvionati nel loro complesso e non solo quelli che si sono ritrovati senza casa, è il problema dei risarcimenti. Da questo punto di vista le istituzioni, e in particolare il Comune, si stanno impegnando affinché tutti abbiano quanto previsto dalla legge. Purtroppo, come accade spesso, in situazioni del genere, non è facile muoversi tra un selva di codici e codicilli. Il rischio di esasperare il cittadino è notevole e le imprese se non finanziate fin da subito potrebbero non ripartire più. Per questo è nato il «Comitato per la rinascita di Aulla e Lunigiana» di cui presidente l’avvocato Roberto Valettini. L’obiettivo fondamentale è di aiutare i residenti colpiti dall’alluvione e, soprattutto, le imprese che hanno cessato le attività, a ripartire e a trovare i canali burocratici e legislativi giusti per ottenere i risarcimenti. Nei giorni scorsi, per ricordare i sei mesi dall’alluvione, il «Comitato» ha organizzato un ciclo di conferenze con consulenti del mondo del lavoro sul tema del credito ed imprese e sui nuovi modelli di sviluppo.