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MEDIO ORIENTE, A GERICO SITUAZIONE SEMPRE PIÙ GRAVE, TENSIONI SI ESTENDONO AD ALTRE CITTÀ

Si sta aggravando la situazione a Gerico, in Cisgiordania, dove da stamani è in corso un’operazione militare per catturare almeno cinque esponenti del Fronte popolare di liberazione della Palestina (Fplp), ritenuti coinvolti nell’omicidio dell’ex-primo ministro Rehavam Se’evi (avvenuto nel 2001), e che si trovano all’interno del carcere palestinese posto sotto tutela internazionale (inglese e americana). Fonti giornalistiche locali e internazionali ritengono che sia ormai salito a due il numero dei palestinesi morti nel corso dell’intervento armato dell’esercito israeliano.

Le ultime informazioni riferiscono che nel pomeriggio, anche gli elicotteri da combattimento, che da stamani sorvolano la zona e sembravano solo di appoggio alle truppe di terra, sono entrati in azione lanciando un razzo contro un muro del carcere. Secondo l’emittente araba Al Jazeera gruppi di soldati israeliani sarebbero già penetrati all’interno del carcere per dare la caccia ad Ahmed Saadat e ad altri suoi collaboratori. “Non ci arrenderemo, combatteremo fino alla morte”, ha detto Saadat intervenendo telefonicamente in diretta alle trasmissione di Al Jazeera. Sia Saadat che gli altri esponenti di spicco del Fplp, che i militari israeliani intendono arrestar, hanno fatto sapere in colloqui telefonici di essere ancora seduti all’interno delle loro celle.

Intanto il quotidiano israeliano Haaretz, citando un colonnello che si trova di fronte al complesso penitenziario, fa sapere che all’interno della struttura si troverebbero ancora circa 200 prigionieri. Almeno 44 di questi si sarebbero già consegnati alle forze militari, un numero che altre fonti elevano a 170. Le televisioni di mezzo mondo continuano intanto a mostrare le immagini di altri detenuti del carcere che usciti dal complesso osservano, in mutande, da dietro il filo spinato della prigione i movimenti delle truppe di Tel Aviv.

Intanto i fatti di Gerico sembrano poter accendere la rabbia in ogni angolo dei territori palestinesi, dove si moltiplicano le manifestazioni di risentimento nei confronti di Israele. Una rabbia che non risparmia neanche americani e inglesi (che avevano in gestione la prigione), accusati di aver abbandonato il carcere soli 15 minuti prima dell’inizio dell’operazione, consegnando di fatto Saadat e gli altri detenuti all’esercito israeliano. Colpi di arma da fuoco sono stati esplosi contro il consolato inglese a Gaza, dove, secondo notizie ancora da confermare, sarebbero stati sequestrati anche alcuni cittadini stranieri (si parla di almeno 8 persone), da utilizzare come arma di pressione per mettere fine all’assedio in corso a Gerico.

Nella stessa ottica andrebbe inserito anche il sequestro di tre giornalisti stranieri – un operatore delle televisione coreana, una giornalista francese e un giornalista britannico – a Gaza City da parte di un gruppo di armati del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (Fplp) che ha fatto irruzione nell’albergo dove alloggiavano i tre colleghi. Ma la situazione è incandescente anche a Ramallah e nelle altre principali città palestinesi, dove la gente viene invitata a mobilitarsi e a scendere in strada.

Il presidente palestinese, Abu Mazen, in una nota diffusa in tarda mattinata, ha accusato Israele di aver “infranto gli accordi” con l’operazione in corso a Gerico. Nel comunicato si precisa che Israele va ritenuto responsabile della incolumità dei detenuti palestinesi. In dichiarazioni successive il presidente palestinese ha esteso la responsabilità dei fatti di Gerico anche agli osservatori americani e britannici fuggiti dal carcere. Misna