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MEDIO ORIENTE, ALLARME ONU: FORTE CRISI ECONOMICA A GAZA, PIU’ DI 100 MILA PRESTO SENZA LAVORO

La separazione della Striscia di Gaza dal resto del mondo -imposta da Israele, da gran parte della comunità internazionale e dallo stesso presidente palestinese Mahmoud Abbas – avrà a breve “conseguenze disastrose”: l’avvertimento è stato lanciato ieri dall’ONU in una conferenza stampa di Filippo Grandi, vice-commissario generale dell’Urnwa, l’agenzia del Palazzo di vetro per i rifugiati palestinesi. L’edizione on-line del “New York Times”, dando grande rilievo ai contenuti dell’incontro di Grandi con i giornalisti a Gaza, titola la sua corrispondenza “Gaza could face economic meltdown, U.N. Warns”, sottolineando il pericolo di una totale “squagliamento” dell’economia della Striscia. Grandi ha in particolare affermato che “la chiusura dei valichi rischia di rendere la Striscia dipendente al 100% dagli aiuti esterni e di trasformarla in una comunità isolata nel giro di poche settimane o di qualche mese”. Una situazione che avrà come diretta conseguenza “un clima di disperazione in cui sarà l’estremismo a prendere il sopravvento”. Le perdite economiche subite dall’industria di Gaza dopo la presa di potere di Hamas il 15 giugno scorso ammontano già a circa 20 milioni di euro, secondo uno studio pubblicato dall’Associazione degli uomini d’affari palestinesi; se il blocco del valico di Karni, fondamentale per la sopravvivenza di Gaza cointinuerà ancora a lungo – ne Israele nè Abbas sembrano avere alcuna fretta- almeno 120.000 persone non avranno più un lavoro precisa ancora il quotidiano di New York citando Grandi.Misna