Toscana

MEDIO ORIENTE: APPELLO DEL PAPA ALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE

Un “appello a tutti i responsabili politici” affinché trovino il “coraggio politico” e la “ferma determinazione” di risolvere il conflitto in Medio Oriente, senza addurre il “pretesto di altre urgenze”. A rivolgerlo è stato oggi il Papa, che ricevendo in udienza il nuovo ambasciatore del Libano presso la Santa Sede, Naji Abi Assi, si è rivolto alla “comunità internazionale” ricordando che porre fine al “terribile conflitto” che “continua a dilaniare” israeliani e palestinesi costituisce “il preambolo necessario a un regolamento generale del conflitto” dell'”insieme dei paesi” della “regione” mediorientale.

“La comunità internazionale – ha detto Giovanni Paolo II – non deve fuggire le proprie responsabilità sotto il pretesto di altre urgenze, ma se le deve assumere coraggiosamente, invitando tutte le parti in causa, e in primo luogo israeliani e palestinesi, a rinnovare il dialogo senza esitazioni per trovare i mezzi di porre fine al ciclo infernale delle violenze reciproche durante così tanti anni e attraverso tante vite spezzate”.

E ancora: “Voglio ripetere – ha proseguito il Pontefice – che non si potrà ristabilire una pace duratura in quella regione del mondo senza il coraggio politico, senza la ferma determinazione nel riconoscere i diritti di ciascuno, ivi compreso quelli dell’avversario, per percorrere insieme con lui il cammino della pace nel rispetto della giustizia, né senza l’accettazione del ricorso al perdono reciproco, per guarire le terribili ferite inflitte dalle mutue violenze durante così tanti anni e attraverso tante vite spezzate “.

Possano tutti i responsabili politici – ha auspicato il Santo Padre, ascoltare questo appello, per lavorare attivamente e senza ritardi a rinnovare i legami, al servizio del ristabilimento tanto agognato della pace!”. Per quanto riguarda l’Iraq e la “recrudescenza ingiustificabile e inquietante del terrorismo internazionale”, il Papa ha sottolineato che “di fronte a questa situazione precaria, la Santa Sede non cessa di adoperarsi a favore di un ritorno alla stabilità e all’ordine internazionale”, grazie al “riconoscimento del ruolo regolatore” dell’Onu e al “rinforzamento dei suoi mezzi di decisione e di azione”.Sir