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MEDIO ORIENTE, ATTACCO SUICIDA A TEL AVIV, CONDANNA PALESTINESE

Quattro vittime israeliane, una cinquantina di feriti – di cui quattro in gravi condizioni – e la morte del kamikaze: è il bilancio dell’attentato avvenuto ieri sera sul lungomare di Tel Aviv, dove un attentatore palestinese di 22 anni si è fatto esplodere vicino all’ingresso di una discoteca. Lo ha detto stamani un portavoce del ‘Magen David Adom’, organizzazione di soccorso simile alla Croce rossa. Stamani soldati israeliani hanno arrestato i due fratelli dall’attentatore nel villaggio di Deir al-Ghussun, non lontano da Tulkarem, in Cisgiordania.

L’attentato è stato immediatamente condannato nella notte dal presidente palestinese Abu Mazen, che ha convocato una riunione con i responsabili della sicurezza per valutare eventuali misure. Al momento non è ancora chiara la responsabilità dell’attacco, che interrompe quattro mesi di relativa calma e che rappresenta il primo grave episodio dopo il cessate-il-fuoco annunciato da Abu Mazen e dal premier israeliano Ariel Sharon nell’incontro di Sharm el-Sheikh all’inizio di febbraio.

Per Saeb Erekat, responsabile dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) per i negoziati con Israele, rappresenta “un sabotaggio” degli sforzi di pace avviati da Mazen e dal primo ministro Abu Ala. In un primo momento il movimento radicale della Jihad aveva rivendicato l’attentato, che poi ha smentito; anche le Brigate di martiri di al-Aqsa, braccio armato di al-Fatah (il movimento di maggioranza del Parlamento palestinese, legato al defunto Yasser Arafat) hanno dapprima assunto la responsabilità della strage, per poi affermare di non avere alcuna informazione precisa su questo episodio. Misna