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MEDIO ORIENTE, DISIMPEGNO UNILATERALE E PARZIALE DA GAZA: SÌ DEL PARLAMENTO ISRAELIANO

La Knesset, il Parlamento israeliano, ha approvato ieri in serata il piano di ritiro parziale e unilaterale di Israele dagli insediamenti di Gaza e da una piccola parte della Cisgiordania proposto dal primo ministro Ariel Sharon. A favore del ritiro si sono espressi 67 deputati; 45 hanno votato contro e 7 si sono astenuti. Il voto in aula è giunto al termine di una convulsa giornata politica, durante la quale diversi alleati di governo avevano chiesto a Sharon di sottoporre a referendum la sua proposta, minacciando di non appoggiarla in Parlamento. Il premier ha rifiutato portando il progetto davanti alla Knesset; poco dopo la votazione ha rimosso dall’incarico il viceministro Michael Razon, che si era espresso contro il piano. La stessa sorte potrebbe toccare in poche ore anche al ministro senza portafoglio Uzi Landau, anch’egli contrario all’ipotesi di ritiro dagli insediamenti ebraici; quest’ultimo aveva capeggiato la fronda anti-Sharon all’interno del Likud, il partito di destra cui appartiene il premier. La proposta del capo del governo di Israele è stata approvata anche da quattro ministri – tra cui l’ex-premier Benyamin Netanyahu del Likud – che avevano in precedenza annunciato il voto contrario, con il rischio di un’insanabile spaccatura nel partito di Sharon. Dopo aver espresso parere positivo in una successiva conferenza stampa Netanyahu e i tre colleghi hanno detto di ritirarsi dal governo se entro due settimane Sharon non accetterà di indire un referendum sulla sua proposta. Durante il concitato voto, all’esterno del Parlamento di Gerusalemme si sono radunati migliaia di coloni che, tra ingenti misure di sicurezza, hanno protestato contro il piano di ritiro dalla Striscia di Gaza. Misna