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MEDIO ORIENTE, GAZA: ISRAELE SOSPENDE INVASIONE IN ATTESA DI MEDIAZIONE MUBARAK

Gli occhi del Medio Oriente e del mondo sono puntati da oggi sul presidente egiziano Hosni Mubarak, da anni il più importante e impegnato mediatore del conflitto israelo-palestinese. Il primo ministro israeliano Ehud Olmert, d’accordo con il ministro della Difesa Amir Peretz, ha ordinato questa mattina la momentanea sospensione dell’invasione militare della Striscia di Gaza per dare tempo e modo a Mubarak di dispiegare la sua azione diplomatica e portare a compimento un piano che il presidente egiziano sostiene di avere elaborato e che, secondo fonti vicine al Cairo, prevedrebbe il rilascio del caporale franco-israeliano Gilad Shalit – rapito domenica scorsa da tre gruppi estremisti palestinesi – in cambio della liberazione di un numero non precisato di prigionieri che non ha commesso delitti di sangue e la cui detenzione scade l’anno prossimo.

Con questa soluzione Mubarak spera di convincere sia Israele sia i sequestratori del caporale, appartenenti al movimento islamico Hamas, ai Comitati popolari di resistenza e a uno sconosciuto Esercito Islamico, che chiedono invece il rilascio di più di 200 prigionieri detenuti nelle carceri israeliane, oltre a tutte le donne e ai minori di 18 anni. Israele però poco fa ha ribadito di non avere alcuna intenzione di pagare riscatti per la liberazione di Shalit e di “escludere negoziati con i terroristi di Hamas”, come ha precisato il ministro degli Esteri di Tel Aviv, la signora Tzipi Livni.

Proprio verso Hamas ha però puntato le sue attenzioni Mubarak, che ha individuato un obiettivo della sua azione diplomatica nell’uomo che Israele da sempre considera il vero capo del movimento integralista al potere dallo scorso marzo, Haled Mashal, esiliato in Siria e scampato nel 1997, in Giordania, a un attentato del Mossad, il servizio segreto israeliano. A Mashal, che chiede la liberazione di migliaia di prigionieri in cambio della vita del giovane Shalit (le carceri israeliane ospitano circa 8.500 detenuti palestinesi), Mubarak ha rimproverato di voler “portare il popolo palestinese nell’abisso” per sue personali esigenze.

Intanto, mentre la conta delle vittime degli attacchi di questa notte parla di almeno un miliziano palestinese ucciso e di una bambina di 5 anni ferita (non avrebbero provocato invece vittime gli attacchi aerei della notte), le autorità di Tel Aviv hanno annunciato di aver arrestato 87 dirigenti di Hamas, tra cui 10 ministri e 23 (su 74) deputati: tutti sono accusati di responsabilità nella rottura della tregua lunga 18 mesi tra Israele e Hamas e del lancio dei razzi Al Qassam contro la città israeliana di Sderot.

A Gerusalemme, inoltre, a tre ministri e a tre parlamentari di Hamas sono state ritirate le carte d’identità ed è stato loro revocato lo status di residenti.

A proposito dei razzi, tra ieri e oggi almeno altri sei ordigni sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza verso il territorio israeliano; la decisione di Olmert di sospendere momentaneamente l’invasione ha provocato tensione con i vertici militari, che avrebbero invece voluto colpire gli attentatori penetrando in profondità nel territorio della Striscia di Gaza. Lo stato di tensione tra Israele e Palestina, infine, ha spinto questa mattina la polizia di Gerusalemme a elevare le misure di sicurezza nella zona della Spianata delle moschee in concomitanza con le preghiere islamiche del venerdì, nel timore che possano verificarsi disordini. Secondo la radio militare, l’accesso alla Spianata è stato limitato ai soli adulti.Misna