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MEDIO ORIENTE, LIBANO, ‘MAREA NERA’ CAUSATA DA BOMBARDAMENTI MINACCIA POPOLAZIONE

Trentamila tonnellate di un ‘cocktail chimico tossico’ di vari idrocarburi riversate in mare, 120 chilometri di coste libanesi, siriane e in parte turche e cipriote raggiunte dalla macchia, oltre tre milioni di persone esposte a rischi cancerogeni e a danni al sistema endocrino: sono questi i dati contenuti in un rapporto diffuso oggi dal centro ‘Info/Rac-Map’ dell’Onu sulla marea nera causata dai bombardamenti israeliani in Libano. Tra 10.000 e 15.000 tonnellate di carburante si erano riversate in mare raggiungendo 70 dei 220 chilometri della costa libanese già subito dopo che il 14 luglio scorso l’aviazione israeliana aveva bombardato le riserve di idrocarburi della centrale elettrica di Jiyyeh, circa 25 chilometri a sud di Beirut e a soli 25 metri dal mare.

Lo aveva riferito il ministro libanese dell’Ambiente Yacoub Sarraf definendo l’incidente “la più grande catastrofe ecologica conosciuta nel Mediterraneo” e segnalando “conseguenze terribili non solo per il Libano ma anche per tutti i paesi del Mediterraneo orientale”. “Se nulla sarà fatto, a causa delle correnti verso nord la macchia toccherà non solo un altro terzo delle nostre coste, ma anche Cipro, Siria, Turchia, Grecia e anche Israele. La fauna e l’ecosistema del Mediterraneo rischiano di subire danni e certe specie sono minacciate di estinzione” aveva affermato il ministro libanese.

Le previsioni si sono già in parte avverate: nelle ultime settimane correnti marine e venti hanno spinto la marea nera verso nord per almeno 120 chilometri sino a raggiungere le coste siriane, turche e cipriote. Oltre a danneggiare la vita marina, “la presenza di carburante sulle coste – ha detto la responsabile comunicazione del Centro Onu, Simonetta Lombardo – espone la popolazione colpita a un aumento di rischi cancerogeni per un potenziale di 3 milioni di persone”.

L’Italia – il primo paese a intervenire – oggi ha inviato un responsabile dell’Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare (Icram) che sin da stasera ha effettuato i primi prelievi e analisi in Siria, mentre non appena inizierà il cessate il fuoco un’altra missione del ministero dell’Ambiente coordinata dall’Icram si recherà in Libano per monitorare l’area da bonificare.Misna