Toscana

MEDIO ORIENTE, PATRIARCA GERUSALEMME, SICUREZZA PER ISRAELE DERIVA DA LIBERTÀ PER PALESTINESI

“È tempo di cambiare strada e di prendere buone decisioni per giungere una buona volta per tutte alla pace e alla giustizia. Ogni lentezza a risolvere, persistendo le ingiustizie sotto ogni loro aspetto, il muro, le barriere, i prigionieri, gli assassini, tutto ciò non fa che nutrire la violenza”: lo afferma nel suo messaggio di Natale, presentato stamani a Gerusalemme, il Patriarca latino Michel Sabbah. “Quando cesseranno le ingiustizie, causa della violenza, cesserà la violenza e regnerà la sicurezza. Speriamo di poter cominciare un nuovo periodo nel quale ogni violenza cesserà; da entrambe le parti, la israeliana e la palestinese” afferma il capo della comunità cattolica in Terrasanta nel suo testo, ricevuto oggi dalla MISNA.

Indicando con chiarezza quella che ritiene l’unica strada verso la pace, Sabbah sottolinea: “Ripetiamo: la sicurezza per gli israeliani vuol dire libertà e sovranità per i palestinesi. Due realtà interdipendenti e ineluttabili. Le mezze misure, la semilibertà o la semisovranità non ci porteranno da nessuna parte, ma solo a ricadere in un interminabile ciclo di violenza e di insicurezza”.

Rivolgendosi “a tutti i nostri fedeli e per tutti i nostri fratelli e sorelle di questa Terra Santa; per tutti i palestinesi e per tutti gli israeliani” il Patriarca latino scrive: “Dio vi ha creati non per aver paura l’ uno dell’altro o per ammazzarvi, ma per amarvi gli uni e gli altri, per costruire e per collaborare insieme”.

Ai “nostri capi politici che con la loro politica possono decidere della vita o della morte di parecchi in questa Terra Santa”, il Patriarca dice: “Siate dei costruttori della vita, non già della morte. Sappiate che le demolizioni, la morte e la lotta non hanno portato, e non porteranno mai, che demolizioni, morte e la prosecuzione della lotta”.

A proposito delle evoluzione dei rapporti tra le due parti, protagoniste del conflitto in Medio Oriente, Sabbah spiega che “l’attuale posizione palestinese consiste nel reclamare tutti i diritti attraverso le vie della non-violenza e della pace” e che “pace e giustizia sono possibili”. Anche nella parte israeliana, prosegue “abbiamo visto e sentito dei nuovi segni e nuove espressioni. Speriamo che indichino una nuova visione e una nuova decisione. Le difficoltà sono numerose, ma è una volontà sincera che riduce ogni difficoltà e ne trova la soluzione. Se al contrario non c’è una sincera volontà, ogni difficoltà diviene un ostacolo insormontabile”.

Parlando di Betlemme come città del pace – “è una grande prigione” a causa del Muro di separazione costruito da Israele, ha aggiunto durante la conferenza stampa di presentazione a Gerusalemme – il Patriarca scrive anche che “la nostra Terra Santa è assetata di ritrovare la sua pace e la sua santità. Procurate ai due popoli la vita, la sicurezza e la dignità che reclamano. Governare è dono e servizio, non l’occasione per occupare dei posti o per conseguire dei benefici. Bisogna porre fine alle molteplici sofferenze che sono durate troppo in questa terra. Speriamo adesso che i nostri capi dedichino tutto il tempo e tutte le loro energie per realizzare quel che bisognava compiere da sempre: la pace e la giustizia per due popoli capaci di vivere fianco a fianco in pace e come dei buoni vicini”.Misna

Betlemme, il muro e la mangiatoia