Toscana

MEDIO ORIENTE, PRODI; INCONTRO CON FORUM ISRAELO-PALESTINESE SU PACE

Israeliani, palestinesi ed europei seduti allo stesso tavolo, proponendo il dialogo con gli altri paesi arabi della regione e discutendo insieme su come giungere alla pace: è il piccolo miracolo realizzato questa mattina in una saletta dell’hotel King David di Gerusalemme dove il presidente del consiglio Romano Prodi ha incontrato i rappresentanti del “forum per la pace”. “I contatti intergovernativi sono importanti – ha commentato Prodi – ma la precondizione per una pace stabile è che si sviluppi innanzitutto un dialogo profondo all’interno della società civile”. L’incontro di Gerusalemme è stato organizzato dall’assessorato alle politiche internazionali della regione Toscana, che da mesi sta lavorando a questo importante progetto di solidarietà internazionale e di promozione del dialogo fra israeliani e palestinesi. Il Forum riunisce 120 organizzazioni non governative israeliane, palestinesi ed europee (incluse ong italiane), ma progetta di allargarsi ad altre organizzazioni di Giordania, Egitto, Siria e in tutto il mondo arabo. “La vera pace è quella che si raggiunge fra i popoli prima ancora che fra gli Stati”, ricorda Saman Khoury, il responsabile palestinese del Forum presente all’incontro con Prodi. “Abbiamo chiesto al presidente del Consiglio italiano di promuovere la nostra attività e il nostro sforzo di dialogo, e possiamo dire con soddisfazione che abbiamo riscontrato in Prodi grande interesse” ha poi riferito Ron Pundak, responsabile israeliano del Forum e che fu protagonista negli anni ’90 di quell’altro straordinario percorso di pace che poi portò agli accordi di Oslo. Entusiasta per l’esito dell’incontro anche l’assessore toscano Massimo Toschi: “Quella che abbiamo posto oggi è la prima pietra di un grande edificio – commenta – perché è un incontro che in tutta umiltà vuole costruire nuove relazioni in Medio Oriente. Prodi ha promesso che il governo italiano si impegnerà a fondo nel sostenere il Forum a radicarsi e a crescere in Israele, in Palestina, in Europa affinché diventi una nuova e tangibile occasione di incontro. Se questo si realizzasse, avrebbe un impatto incalcolabile”.(ANSA).