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MEDIO ORIENTE, SCONTRI FATAH-HAMAS: SITUAZIONE DISPERATA A GAZA 

Si fa sempre più difficile la situazione a Gaza dove prosegue durissimo lo scontro tra gruppi armati legati a Fatah (il partito del presidente Mahmoud Abbas) e Hamas. “È il caos totale. La gente è in preda al panico e cerca riparo ovunque. Da quello che possiamo vedere noi la situazione è completamente fuori controllo” dice alla MISNA una fonte umanitaria contattata a Gaza con voce trafelata mentre si dirige verso uno dei valichi aperti per consentire l’uscita dai territori. Un numero ancora imprecisato di persone, si va da un minimo di due morti confermati alle 13 vittime riportate da alcune fonti, è rimasto ucciso nell’attentato compiuto nel pomeriggio contro una base delle forze di sicurezza preventiva (legate a Fatah) a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Una carica piazzata in un tunnel sotto l’edificio ha distrutto parte della struttura, causando morti e feriti. Poco dopo l’esplosione un’intensa sparatoria si è verificata nella zona, ma scontri a fuoco sono segnalati anche in altre zone dei territori, inclusa Rafah. Intanto in una nota, Khaled Abu Hilal, portavoce del ministero degli Interni palestinese, ha accusato gli Stati Uniti e Israele di essere coinvolti attivamente nelle violenze, fornendo “soldi e armi” agli uomini di Fatah, con lo scopo di “trascinare il popolo palestinese in una guerra civile”. Nelle violenze delle ultime ore sono morti anche due dipendenti palestinesi dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. Lo hanno confermato alla MISNA fonti dell’Unrwa contattate a Gaza, precisando che uno dei due dipendenti era stato colpito ieri da proiettili vaganti durante una sparatoria ed è morto oggi in ospedale, mentre l’altro è stato colpito oggi alla testa, morendo sul colpo. Il portavoce dell’Unrwa, Christopher Gunness, ha annunciato la parziale sospensione delle sue operazioni nella Striscia. Intanto si moltiplicano gli appelli internazionali per la cessazione delle violenze. L’Unione Europea, Mosca, la Siria, l’Italia e l’Egitto hanno chiesto un’interruzione dei combattimenti, invitando le parti a riprendere il dialogo.Misna