Toscana

MEDIO ORIENTE, SUMMIT DI ROMA; CARITAS ITALIANA: TACCIANO LE ARMI; NON DIMENTICARE TUTTI I CONFLITTI

“Ogni sforzo sia messo in pratica perché nelle tre aree di conflitto, Nord Israele, Libano e striscia di Gaza tacciano le armi e si creino le condizioni di dialogo per arrivare finalmente a un accordo che garantisca a ognuno la pace e la sicurezza e consenta una capillare distribuzione degli aiuti umanitari”. Mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas Italiana, in apertura della Summit di Roma sul Medio Oriente, auspica di poter “intensificare gli interventi in atto, grazie ad una sempre crescente risposta solidale. Oltre i riflettori del momento – aggiunge – vogliamo ricordare anche l’Iraq, dove la serie di attentati terroristici sembra senza fine, i nuovi focolai di tensione in Sud Sudan, Somalia e Afghanistan, e tutti i conflitti più o meno nascosti che solo con una costante attenzione da parte dell’opinione pubblica possono trovare spazio nell’agenda politica e una speranza di soluzione”. In Libano sono ormai 300.000 i profughi presenti a Beirut. Di questi, 75.000 sono completamente presi in carico da Caritas Libano che distribuisce derrate alimentari, prodotti igienici e medicine. Le cliniche mobili, cioè ambulanze attrezzate, si sono trasformate in cliniche d’urgenza e si spostano nei vari centri di accoglienza.

“La vera forza della Caritas sta nella rete di 3.000 volontari distribuita in tutto il Paese, in 38 centri periferici”. Afferma il direttore di Caritas Libano, Georges Khoury. Intanto – informa Caritas Italiana – aumentano le richieste di aiuto da parte di villaggi isolati, difficilmente raggiungibili, perché anche i mezzi di trasporto sono presi di mira dagli attacchi aerei. Due convogli con aiuti alimentari e generi di prima necessità sono partiti per Békaa Est, Baalbeck e Békaa Nord. “I volontari – afferma Khoury – offrono il loro servizio per aiutare i nuovi venuti, per intrattenere i bambini, per facilitare gli interventi di urgenza per le persone malate. Ad esempio, a Beirut, nel solo quartiere di Achrafieh, 250 volontari si avvicendano dalle 7 del mattino alle 10 di sera. In questo periodo estivo ai volontari già attivi si aggiungono sempre più numerosi gli studenti universitari. Alcuni rifornimenti cominciano però a scarseggiare e si spera nella promessa apertura di un corridoio umanitario”.

Resta critica anche la situazione a Gaza, dove Caritas Gerusalemme sostiene interventi sanitari in collaborazione con il ministero della salute dell’Autorità palestinese. “Manca acqua e cibo – dice padre Manuel Musallam, parroco e unico prete cattolico di Gaza – manca la luce, non ci sono nemmeno candele. I bambini hanno paura”. Sir