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MEDIO ORIENTE, UE CHIEDE CORRIDOI UMANITARI IN LIBANO, ANNAN PREME PER RISOLUZIONE ONU

L’alto rappresentante europeo per la politica estera e le sicurezza, Javier Solana, ha annunciato che sarà domani a Beirut per colloqui con le autorità locali – domenica incontrerà anche quelle israeliane e palestinesi – per proseguire gli sforzi “per la fine delle ostilità e l’avvio di un processo che porti alla creazione un quadro politico per una soluzione duratura”, mentre dal fronte della guerra continuano ad arrivare notizie di bombardamenti e vittime.

Secondo la tv di Hezbollah, al-Manar, 18 soldati israeliani sarebbero stati uccisi a Markaba, Qantara e Taibeh, nel sud del Libano, dove i guerriglieri avrebbero anche distrutto 16 carri armati.

Sempre secondo fonti di Hezbollah, i militari israeliani entrati questa mattina a Marjayoun, nel sudest del paese, sarebbero assediati in una caserma dell’esercito e avrebbero con loro un numero imprecisato di ostaggi.

L’agenzia ‘Ansa’ ha riferito che un ‘casco blu’ francese della missione Onu in LIbano (Unifil) è rimasto ferito nel pomeriggio a Naqura dall’esplosione di un razzo lanciato probabilmente dagli Hezbollah; secondo fonti Unifil nella zona il fuoco è stato molto intenso per tutta la giornata al punto da costringere anche un convoglio dell’Onu diretto al porto per ricevere una nave di rifornimenti a tornare indietro, al pari della nave noleggiata dall’Onu e in arrivo da Cipro; l’operazione si sarebbe comunque conclusa positivamente nelle ore successive.

Il governo di Beirut ha intanto messo a disposizione degli abitanti dei quartieri meridionali della capitale autobus per potere abbandonare la zona; già questa mattina su Beirut erano stati lanciati volantini che avvertivano che le forze israeliane avevano deciso di espandere le operazioni, intimando agli abitanti di andarsene.

Al termine di una visita di quattro giorni in Libano e Israele, il presidente del Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr), Jacob Kellenberger, avrebbe intanto ottenuto impegno personale del primo ministro israeliano Ehud Olmert per facilitare un migliore accesso per gli aiuti umanitari. “Anche gli interventi minimi e salva-vita della Croce rossa nel sud del Libano sono ridotti” ha al contempo avvertito Kellenberger, deplorando le gravi difficoltà incontrate dagli operatori umanitari nelle zone più colpite.

L’Onu, per bocca del suo coordinatore per le emergenze umanitarie, Jan Egeland, ha definito particolarmente grave la penuria di carburante in Libano affermando che “la rete elettrica del paese sarà colpita se il gasolio non arriverà rapidamente”; anche l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha ribadito il rischio di una paralisi degli ospedali.

Un appello a riaprire i corridoi umanitari nel sud del Libano “dove scarseggiano sempre di più acqua, cibo e medicine”, è giunto oggi dalla Commissione europea: il coordinatore per lo sviluppo e gli aiuti umanitari, Louis Michel, ha ricordato che l’emergenza ha costretto finora oltre 900.000 persone – quasi la metà bambini, secondo l’Onu – a lasciare le proprie case.

In attesa che il Consiglio Onu per i diritti umani si riunisca d’urgenza domani a Ginevra per esaminare la situazione in Libano – su richiesta del gruppo degli Stati Arabi e dell’Organizzazione della Conferenza islamica con l’appoggio di 16 Paesi – il segretario generale Kofi Annan ha chiesto al Consiglio di sicurezza di approvare una risoluzione per il ‘cessate-il-fuoco’ entro la settimana: “Annan – ha riferito un portavoce- ribadisce il proprio appello per una cessazione dei combattimenti per salvare i civili di ambedue le parti dall’incubo che stanno vivendo da quattro settimane”.

Per il momento Israele ha deciso di ritardare l’avvio della nuova massiccia offensiva per conquistare il controllo della fascia meridionale del Libano fino al fiume Litani – fra i 5 e i 30 chilometri dalla frontiera – il che potrebbe concedere all’Onu forse un altro paio di giorni di tempo.Misna