Toscana
MESSICO, VESCOVI CRITICANO COSTRUZIONE MURO DI SEPARAZIONE CON GLI USA
L’elevazione di muri non sembra essere la risposta giusta o appropriata per affrontare una sfida del XXI secolo com’è la migrazione umana: lo sostengono i vescovi del Messico in un documento, rilanciato dall’agenzia Zenit, che critica la costruzione del muro che dividerà la frontiera messicana con gli USA. Il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, ha firmato in Arizona, mercoledì scorso, una legge in proposito. Il muro dovrebbe estendersi per 1.200 chilometri.
Negli ultimi 20 anni segnala il comunicato della Conferenza episcopale messicana gli Stati Uniti hanno incrementato le loro spese cercando di rafforzare la sicurezza alla frontiera: recinzioni, apparecchiature ad alta tecnologia e un numero più elevato di personale di rinforzo. Spese, prosegue il documento, che non sono servite a ridurre l’emigrazione messicana; l’unico effetto che hanno avuto è stato l’aumento del traffico degli illegali che ha reso il tragitto verso gli USA assai pericoloso. Lo scorso anno circa 500 messicani hanno perso la vita cercando di raggiungere il sogno americano, e quest’anno si contano già 450 morti. I messicani che giungono negli Stati Uniti sono circa mezzo milione ogni anno.
Più dei muri materiali afferma l’episcopato è preoccupante l’ampliamento dei muri intangibili: il muro dell’intransigenza, dell’intolleranza e della mancanza di un effettivo negoziato tra i governi delle nazioni coinvolte in questi fenomeni.