Toscana

MYANMAR, NUOVE PROTESTE, ALCUNI SOLDATI RIFIUTANO DI SPARARE SULLA FOLLA

“Alcuni dei soldati si sono rifiutati di sparare sulla folla, mentre altri hanno preso i monaci a bastonate. E’ stato uno spettacolo terribile, tenuto conto che tradizionalmente nel paese i bonzi sono figure molto rispettate”. Una fonte della MISNA da Yangon, che chiede di restare anonima per questioni di sicurezza, racconta l’atmosfera che si respira nella principale città del Myanmar (ex Birmania), sotto i riflettori per le proteste che da giorni stanno portando per le strade migliaia di monaci buddisti e semplici cittadini, che manifestano contro il carovita e la giunta militare al potere. “Anche questa mattina la gente si sta riunendo nei pressi della pagoda di Sule, dopo che la polizia ha isolato l’area circostante alla pagoda di Shwedagon, il più importante dei templi buddisti – aggiunge – mentre nella notte sono stati compiuti centinaia di arresti”. Duecento religiosi buddisti in due monasteri di Yangon, secondo fonti della dissidenza non confermate, mentre altri 500 monaci sarebbero stati prelevati dal monastero di Mogaung a Yankin, nel distretto meridionale di Yangon, e altri 150 a Ngwe Kyaryan a Okkalapa, distretto orientale dell’ex capitale: oltre 800 bonzi in tutto. “La città di Yangon è grande e ci abitano tra i quattro e i cinque milioni di persone, anche se una stima precisa non viene effettuata da tempo” spiega un’altra fonte contattata a Yangon dalla MISNA. “ Comunque se non si abita nelle zone ‘calde’, quelle vicino alle pagode che fanno da cornice alle proteste di questi giorni, e fatta eccezione per il coprifuoco dalle 21 alle 5 non si direbbe che tutto quello che le televisioni trasmettono stia accadendo proprio qui vicino”. Ieri, al termine di una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, Cina e Russia hanno bloccato l’adozione di sanzioni, richieste dagli Stati Uniti e 27 paesi europei. I 15 hanno espresso “preoccupazione” per le violenza nella ex Birmania e “forte sostegno” per una visita prima possibile dell’inviato Ibrahim Gambari. La Cina ha esortato oggi la giunta militare del Myanmar ad evitare un inasprimento delle tensioni. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Jang You, ha espresso “preoccupazione per gli ultimi avvenimenti” e la speranza che “la comunità internazionale possa offrire assistenza costruttiva per una prossima normalizzazione”. Arrivando oggi a Pechino per i colloqui sul disarmo nucleare della Corea del Nord, il diplomatico americano Christopher Hill ha chiesto alla Cina di “usare la propria influenza” sul paese vicino per arrivare ad una soluzione pacifica della crisi. Dal canto suo, Mosca ha definito “controproducenti” i tentativi di “sfruttare gli avvenimenti in Myanmar per fare pressioni sulle sue autorità o intromettersi negli affari interni del paese”. Secondo la Russia, gli sviluppi della situazione “non minacciano in alcun modo la pace e la sicurezza nella regione”, condizioni necessarie per adottare nei confronti del paese nuove sanzioni. “Speriamo che i vertici del Myanmar, come i partecipanti alle manifestazioni, diano prova di autocontrollo e non permettano che la situazione si deteriori” ha specificato la diplomazia russa. Intanto oggi si sta registrando un’altra giornata di tensioni in Myanmar, dove un uomo, un fotografo giapponese, secondo informazioni in circolazione sulla stampa internazionale, sarebbe rimasto ucciso in una carica della polizia contro i manifestanti. Almeno 100 dimostranti sono stati arrestati e decine di migliaia dispersi nei pressi della pagoda di Sule sotto la minaccia di un’azione “estrema” da parte delle forze dell’ordine, che hanno sparato colpi d’avvertimento. Ieri almeno sei persone, tra cui cinque monaci buddisti, erano rimasti uccisi negli scontri.Fonte: Misna