Toscana

Maltempo: Rossi, in Toscana 30 milioni di danni. «Chiediamo stato di emergenza»

I danni causati dal maltempo in Toscana negli ultimi giorni ammontano ad almeno 30 milioni di euro e la Regione chiede lo stato di calamità. Lo ha detto il governatore Enrico Rossi, in una conferenza stampa. «Un primo approssimativo calcolo – ha detto Rossi – ci dice che i danni ammontano a non meno di 30 milioni di euro. Oggi firmerò il decreto per dichiarare lo stato di emergenza regionale ma chiediamo al governo lo stato di emergenza nazionale e lo stanziamento di almeno 30 milioni di euro per finanziare gli interventi di somma urgenza». Rossi ha sottolineato che «la Protezione civile ha funzionato», rilevando però che «siamo ancora una volta a contare i danni».

Rossi chiede poi di sbloccare il patto di stabilità almeno per gli investimenti decisi per il riassetto idrogeologico. «Non è possibile che questo territorio sia continuamente violato – ha detto Rossi -. Abbiamo dimostrato che se investiamo la situazione può migliorare, ma questo non si può fare a causa del patto di stabilità». In Toscana il «tetto» agli investimenti è di circa 250 milioni di euro all’anno. Una cifra “troppo bassa”, afferma Rossi che chiede di sbloccare il patto tenendo fuori gli investimenti fatti per il riassetto idrogeologico.

«Questa – assicura – per noi è una richiesta fondamentale e mi batterò perché sia accolta. Il governo e il Parlamento questo se lo devono mettere in testa. Invito i parlamentari della Toscana a pronunciarsi. Se non sarà possibile ci mobiliteremo, siamo pronti a una protesta forte». Se il territorio non viene difeso, è la conclusione di Rossi, è «in questione la credibilità delle istituzioni» ma a rischio è anche l’«equilibrio democratico».

Per quanto riguarda il maltempo, nella giornata di ieri è transitata sulla nostra regione un’intensa perturbazione atlantica associata a piogge diffuse su tutta la Toscana particolarmente persistenti ed abbondanti sulle zone settentrionali dove si sono registrati massimi puntuali fino a 225 mm in 24 ore. Per fare capire l’importanza del fenomeno, basti pensare che nella giornata di ieri a Pistoia sono caduti circa 80 mm di pioggia contro una media mensile di 93 mm.

Colpite 7 province su 10: Pistoia, Prato, Massa- Carrara, Lucca, Firenze, Arezzo e Livorno.

La situazione più critica: Pistoia il fiume Ombrone e suoi affluenti così come Prato che ha avuto anche l’emergenza Bisenzio; Livorno con il torrente Isola a Collesalvetti; Lucca con parte del reticolo minore fra cui il Fossa Nuova nella zona di Capannori. La provincia di Firenze con la Sieve e il Bisenzio ma soprattutto l’Ombrone a Poggio a Caiano.

Interventi più urgenti: sul Bisenzio, sono necessari due tipologie di intervento: a nord id Prato con la realizzazione di una zona di invaso delle acque mentre a valle di Prato con il consolidamenti puntuale degli argini, consolidamenti puntuali che si estendono da Prato alla confluenza dell’Arno, la prima stima di questi interventi si aggira sui 15 milioni. Sull’Ombrone la situazione è più complicata e difficile, non ci sono spazi sufficienti per realizzare casse d’espansione, oltre alle due già previste che sono quelle della Querciola (Quarrata), dove c’è già il progetto definitivo in fase di ultimazione. I cantieri apriranno ad ottobre-novembre per un investimento di 4 milioni (di cui 3,8 della Regione disponibili). Altro intervento, quello di Laghi Primavera (Pistoia), per un investimento di circa 8 milioni dove le risorse sono già disponibili.

E viene prolungata fino alle ore 8 di giovedì mattina 21 marzo l’allerta meteo, di criticità moderata, per piogge, temporali e mareggiate. Lo comunica la Sala operativa unificata della Protezione civile regionale.L’allerta riguarda la costa a partire dalla Versilia e la parte centro meridionale del territorio regionale, nelle province di Arezzo, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Siena, in corrispondenza dei bacini del Versilia, della foce dell’Arno, del Cecina, del Cornia, dell’Ombrone grossetano, della Chiana, dell’Orcia, del Bruna, dell’Albegna e del Fiora, oltre all’Arcipelago.