Toscana

Marroni alla Pastorale della salute: sanità toscana regge nonostante i tagli

Ed è proprio padre Renato Ghilardi, direttore della Pastorale su incarico della Conferenza episcopale toscana, a ricordare come a livello nazionale la sanità toscana appaia “sempre tra le migliori ormai da un trentennio”; per questo, ha aggiunto, “apprezziamo l’impegno del presidente e dell’assessore nella ricerca e nel mantenimento dei livelli di assistenza e cura nei settori per noi più importanti: istruzione e sanità”.Marroni ha aggiornato gli intervenuti su come la grave situazione economica in cui verte il Paese stia incidendo sui bilanci della sanità: “Avevamo l’impegno di ridurre in tre anni i costi del 10%, adesso dobbiamo farlo in pochi mesi, ma il sistema toscano reagisce bene e insieme facciamo un ottimo lavoro evitando così il deragliamento. Se il governo non stanzia però nuove risorse diventa sempre più difficile mantenere gli attuali standar qualitativi”. Ed ha poi aggiunto: “Nonostante tutto il nostro sistema sanitario è al vertice in Italia, come ha dimostrato il Programma nazionale esiti (PNE), curato, come ogni anno, dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali che mostra come la Toscana sia la regione con la più alta percentuale di prestazioni migliori della media, e la più bassa percentuale di prestazioni peggiori”.

L’assessore regionale al diritto alla salute è poi intervenuto sui piccoli ospedali: “Non siamo intenzionati a chiuderli. Ho intenzione di rispettare i patti territoriali”, e sul potenziamento dell’assistenza sul territorio “a partire dai progetti di vita indipendente e dalle Case della salute”, uno dei pilastri della riforma del sistema sanitario toscano varata nel dicembre 2012; “un progetto di qualità su cui abbiamo fatto un forte investimento su tutta la regione perché il territorio è fondamentale nell’assistenza al cittadino”. Finora la Regione ha finanziato 90 Case della salute di cui 40 già in funzione mentre le altre 50 apriranno da qui alla primavera 2014. A regime, entro il 2015, saranno 120 in tutta la Toscana.

Marroni si è poi soffermato sulla centralità della persona nell’assistenza e la cura, ricordando, ad esempio, l’accordo per l’assistenza domiciliare da parte di infermieri e quello con i medici di famiglia che lavoreranno in gruppo coordinandosi con le guardie mediche. Le prossime sfide – ha concluso così il suo intervento – saranno le liste di attesa, da rendere “ancora più brevi perché fonte di scontento” e “il rafforzamento dell’impegno sulle malattie rare”, e ha citato il caso di una persona su cui sono stati investiti sei milioni di euro “perché non lesiniamo certo le risorse quando c’è speranza”.