Toscana
Medio Oriente, Roma non ferma la guerra
L’impegno a lavorare con determinazione per un cessate-il-fuoco duraturo, permanente e sostenibile tra Israele e Libano è stato espresso nella dichiarazione congiunta della co-presidenza italiana e statunitense della Conferenza internazionale sul Libano che si è chiusa a Roma senza un documento finale ma con una conferenza stampa a tratti tesa. La dichiarazione letta dal ministro degli Esteri italiano Massimo D’Alema afferma anche un comune accordo per una assistenza umanitaria urgente e concreta.
Un cessate-il-fuoco immediato è stato comunque chiesto dal segretario generale dell’Onu Kofi Annan a margine della Conferenza, alla quale hanno partecipato i delegati di 15 paesi (tra cui Arabia, Giordania ed Egitto), Unione Europea e Banca Mondiale. Nella dichiarazione (che pubblichiamo sotto nella versione inglese ripresa da MISNA in inglese, ndr) si chiede a Israele di esercitare il massimo della moderazione, una posizione già invano espressa anche dall’Unione Europea nei giorni scorsi, che non ha portato a una diminuzione dei bombardamenti israeliani sul Libano.
I partecipanti esprimono inoltre tutta la loro determinazione a lavorare immediatamente per raggiungere con la massima urgenza un cessate il fuoco che metta fine alle attuali violenze e ostilità.
Il premier libanese Fuad Siniora in conferenza stampa ha detto che il suo Paese chiedeva una cessazione immediata delle ostilità’, mentre prima dell’inizio dei lavori aveva auspicato uno scambio di prigionieri tra Israele e Hezbollah sotto gli auspici della Croce Rossa Internazionale.
Siniora provocando il percepibile imbarazzo del segretario di Stato Condoleeza Rice ha ricordato che i bombardamenti dell’aviazione dello Stato ebraico costituiscono la settima aggressione e occupazione del Libano da parte di Israele; ha chiesto alla comunità internazionale di aiutare le autorità a riappropriarsi del territorio libanese, sul quale non ci devono essere altre armi se non quelle legittime del governo. Rispondendo a una giornalista israeliana, Siniora ha poi detto che l’uso della forza non porterà la pace in Israele; ha accusato il governo di Olmert dell’uso sproporzionato della forza e di aver preparato in precedenza un piano di rappresaglia contro il Libano.
The Rome Conference affirmed that the fundamental condition for lasting security in Lebanon is the Government’s full ability to exercise its authority over all its territory. The participants noted that a framework of international decisions, including the G-8 statement of July 16, United Nations Security Council Resolutions 425, 1559 and 1680, the Lebanese national framework embodied in the Taif Accords, and the 1949 Armistice Agreement represent the principles that govern the international community’s efforts and responsibilities to help support the Government and people of Lebanon.
The participants called for the full implementation of these relevant UN Security Council Resolutions and the Taif Accords, which provide for the deployment of Lebanese Armed Forces to all parts of the country and the disarming of all militias.
An International Force in Lebanon should urgently be authorized under a UN mandate to support the Lebanese Armed Forces in providing a secure environment. The Rome Conference pledged its support for Lebanon’s revival and reconstruction. The participants today agreed to the convening of an international donor conference to assist with the revival of Lebanon’s economy and called for the provision of reconstruction assistance to the Lebanese Government, with special emphasis on the southern part of the country. In addition, the need for a meeting of partner countries to discuss a joint approach to security assistance for the Lebanese Armed Forces and security services was widely supported.
Participants agreed that any lasting solution to Middle East tensions must be regional. They expressed their full commitment to the people of Lebanon, Israel and throughout the region to act immediately with the international community toward the goal of a comprehensive and sustainable peace”.