Toscana

Migranti: Vicofaro; diocesi di Pistoia, la soluzione passa da un intervento concreto delle istituzioni

Il Vescovo di Pistoia, mons. Fausto Tardelli, ritorna sulla questione di Vicofaro a seguito delle evoluzioni delle ultime settimane, ricordando semplicemente quella che a tutt’oggi ha rappresentato il livello più alto raggiunto nella individuazione di soluzione delle criticità presenti a Vicofaro, e che ha trovato allora e trova anche in questo momento il pieno apprezzamento e condivisione da parte della chiesa pistoiese: l’ordinanza cioè del Presidente della Regione Toscana numero 88 del 2020. 

In essa, si ordinava all’Asl di procedere “ad un adeguato decongestionamento della Comunità di Vicofaro, con il ricollocamento dei soggetti presso strutture di cui abbia la disponibilità o, in mancanza, presso strutture di terzi messe a disposizione a titolo di comodato gratuito”.

Allora la Diocesi mise a disposizione tutti gli ambienti che erano nelle proprie possibilità, facendo ben presente che avrebbero avuto bisogno di interventi affinché fossero adeguati al servizio che avrebbero dovuto svolgere. Ci fu un interessamento dell’ASL che fece anche alcuni sopralluoghi, ma successivamente l’offerta della diocesi fu però messa da parte perché si ritenne che da parte dell’ASL non vi fosse la possibilità di effettuare gli interventi necessari.

Dopo quel primo passaggio tutto si è bloccato. In seguito, la Regione Toscana pensò di predisporre un bando per dare seguito all’Ordinanza, bando sostanzialmente inadeguato e che pertanto è andato deserto per vari motivi, non ultimo l’esiguità delle risorse messe a disposizione per un’operazione assai complessa.

“Occorre essere chiari sulla gestione della situazione di Vicofaro – sottolinea il Vescovo di Pistoia, mons. Fausto Tardelli – le controparti istituzionali del territorio sanno benissimo che la Diocesi di Pistoia si è mossa da tempo per collaborare ad una positiva risoluzione della situazione, nel pieno rispetto innanzitutto della dignità umana delle persone che sono presenti nella parrocchia e per poter garantire loro una reale integrazione. Coloro che vengono accolti a Vicofaro non possono essere messi su una strada. Se chiedono un rifugio a Vicofaro, significa che non trovano di meglio e che le istituzioni si sono dimenticate di loro, che pure sono presenti nel territorio nazionale a causa di leggi dello Stato quanto meno inefficaci. La presenza poi di minori o di persone fragili dal punto di vista psicologico, interpella le istituzioni e l’intera società perché si individuino urgentemente risposte concrete e adeguate”.

“Non si può attribuire alla Chiesa – prosegue mons. Tardelli – il compito di risolvere un problema che è dell’intera società e delle Istituzioni. La Chiesa fa quel che può attraverso le parrocchie, i sacerdoti e i laici ma la risposta ai problemi evidenziatesi a Vicofaro deve essere pubblica. Vicofaro non è la causa bensì l’effetto di una situazione umana inaccettabile dentro il territorio nazionale. Il disagio dei cittadini residenti nella zona è certamente un fatto di cui non si può non tener conto. La soluzione però, che rispetti comunque la dignità di ogni persona in gioco, va cercata dalla società civile nel suo insieme e dalle Istituzioni in particolare”.

“Chiediamo pertanto a gran voce questo impegno da parte di tutti – conclude Tardelli – e tale richiesta siamo costretti a rivolgerla ancora una volta alle istituzioni, nell’interesse dell’intera comunità e insieme, di persone già in difficoltà, che altro non chiedono che essere trattati come esseri umani”.