Toscana

Migranti, in Toscana 3 mila «invisibili» dopo decreto Salvini. La Regione aiuterà nei ricorsi

L’obiettivo è supportare chi porta avanti iniziative di accoglienza e contro l’abbandono. «Tenere sul territorio persone invisibili è una scelta dannosa per la sicurezza stessa – afferma il governatore, Enrico Rossi -. Sappiamo che sono già 3mila le persone che in Toscana sono uscite dagli Sprar. Che fine hanno fatto? Dove abitano? Di che vivono? Non ci può raccontare Salvini che li rimanda a casa loro, come ha promesso in campagna elettorale, perché abbiamo visto che è incapace di far questo. Non ce la fa, non è possibile».

Una promessa «illusoria», quella del ministro dell’Interno, che in sostanza «nuoce» alla Toscana anche dal punto di vista della sicurezza, chiarisce il presidente Rossi. La sua idea è di schierare la Regione a fianco di associazioni e amministrazioni locali desiderose di alleviare lo stato di abbandono in cui rischiano di precipitare migliaia di migranti. «Abbiamo apprezzato moltissimo le parole della Chiesa fiorentina e della Caritas a tal riguardo- aggiunge il governatore-, ma ci sono anche tante associazioni laiche e tanti Comuni pronti a intervenire. Non vogliamo un paesaggio urbano come a Los Angeles, dove per strada ci sono gli accampamenti di chi non ha una casa, una residenza. Persone abbandonate a loro stesse, derelitte».

Analogamente, chiarisce Rossi, «non vogliamo che nei nostri cascinali si ritrovino queste persone, che poi finiscono a disposizione del più brutale sfruttamento e della criminalità organizzata». Ecco perché «porteremo in Giunta la proposta di un finanziamento da 4 milioni per dare un contributo alle associazioni, ai Comuni, a quelle realtà che nella nostra regione vorranno impegnarsi in un progetto contro l’abbandono». Ovvero contro «l’effetto che produce e che ha già prodotto il decreto Salvini, perché 3mila sono già allo sbando».

La Toscana prosegue la battaglia contro il decreto Salvini anche sul piano giudiziario. Dopo che la Corte Costituzionale ha certificato l’inammissibilità del ricorso delle Regioni sul permesso umanitario e l’iscrizione all’anagrafe, poiché materia di esclusiva potestà statale, il presidente Enrico Rossi annuncia che la Toscana seguirà la strada dell’impugnativa in via incidentale: «Al primo tentativo che ci sarà di un richiedente asilo di ricorrere al tribunale ordinario per vedersi tutelate le prerogative negate dal decreto- afferma- ci costituiremo ‘ad adiuvandum’ per chiedere di portare la questione dinanzi alla Consulta».

È facoltà del giudice, in effetti, sospendere il giudizio e rinviare con apposito decreto la questione alla Corte Costituzionale. D’altronde la dichiarazione di inammissibilità pronunciata ieri dalla Consulta lascia impregiudicata la valutazione di merito sulla legittimità delle norme contestate. Resta, dunque, possibile battere un nuovo sentiero per condurre e vincere la battaglia legale. «Questo ricorso- aggiunge Rossi- lo giocheremo a fianco della persona che sentendo violati i propri diritti adirà il tribunale. Ci siamo informati con l’avvocatura regionale ed è possibile per noi aggiungerci. Siamo convinti che se entriamo nel merito del decreto, Salvini viene schiacciato».