Toscana

Migranti. Bugli: con decreto Salvini 5 mila irregolari

«Il rischio è che se non funziona come non sta funzionando il sistema dei rimpatri in poco tempo una regione come la Toscana si ritroverà oltre 5 mila persone in più sul territorio senza avere un controllo di cosa fanno, attività con le quali poterle impegnare. Questo è negativo anche dal punto di vista con cui viene visto dal ministro Salvini stesso», cioé sul versante della sicurezza. È l’allarme che lancia l’assessore regionale con delega all’Immigrazione, Vittorio Bugli, nel corso di una conferenza stampa sugli effetti del provvedimento del governo Conte. Il decreto Salvini, a suo avviso, viene accusato di distruggere il modello d’accoglienza della Toscana.

Al fianco di Bugli, l’assessore fiorentina, Sara Funaro, delegata di Anci Toscana sul tema dei migranti: «Siamo molto preoccupati per il decreto immigrazione- spiega-, anzitutto perché i dati lo dicono in maniera molto chiara». Vale a dire, è la convinzione di Funaro, «con l’abolizione del permesso umanitario si stimano tutta una serie di dinieghi aggiuntivi con persone che oggettivamente dal sistema dei centri di accoglienza finiscono per strada e poi vanno ad aumentare la forbice dei migranti invisibili, senza permesso di soggiorno». Insomma, si andrebbero a creare migliaia di irregolari in più, difficilmente collocabili anche in un Cpr da 100 persone.

Il riverbero non sarà soltanto sulla capacità di inserimento nel tessuto sociale toscano: «Sappiamo bene che se non ci sono soluzioni poi da un discorso d’accoglienza ci si può ritrovare ad avere problemi di gestione del territorio e anche della sicurezza», è il monito dell’assessore di Palazzo Vecchio.

Esiste una questione ulteriore, quella degli Sprar: «Abbiamo un sistema che funziona bene, che è differenziato per le diverse tipologie – rammenta Funaro -. Riteniamo che questo sistema debba essere portato avanti, perché è l’unico che permette una reale integrazione sociale». Lo scenario, in effetti, che viene evocato è di un disfacimento del sistema di accoglienza diffusa e di prima integrazione costruito in Toscana. Un punto sul quale batte l’assessore regionale Bugli è la trasfigurazione dei Cas, i centri di accoglienza straordinaria, per mezzo del decreto: «Si farà vitto e alloggio e basta. Non è più prevista l’attività di formazione anche linguistica, di inserimento lavorativo, il Cas diventa un parcheggio ancora di più di quello che purtroppo è oggi».

Per l’assessore, così facendo, «si sancisce non solo quello che si è sentito dire sui migranti in questi anni ‘che stanno lì a non fare niente’, ma che addirittura non si deve fare nulla. Si deve stare lì ad aspettare di imparare un pò l’italiano. E questo vale anche per coloro, sempre meno, che usciranno dai centri col riconoscimento» dell’asilo. Sono 4.400 i migranti che in Toscana hanno ottenuto questo riconoscimento: «Anche loro dovranno fare tutto il percorso nei Cas, dove faranno zero attività. E questo può davvero inficiare l’accoglienza diffusa». C’è un problema sostanziale, dunque: «Volutamente questo decreto ammazza l’integrazione».

Le Regioni hanno incontrato nei giorni scorsi il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Quest’ultimo li ha incoraggiati a presentare delle proposte di modifica, sulle quali però non arrivano segnali incoraggianti dalla maggioranza in Parlamento in sede di conversione del decreto.