Toscana

Migranti. In arrivo corsi italiano per 2.700 stranieri

Il Viminale per il prossimo triennio ha messo a disposizione della Toscana 2,687 milioni per formare chi è rifugiato o ha fatto domanda di riconoscimento di tale status. La Giunta ha già predisposto lo schema progettuale che verrà inviato al ministero entro lunedì prossimo.

Contestualmente con un’altra delibera ha deciso di rispondere a un altro avviso del Viminale approvando lo schema del progetto Savoir faire. L’iniziativa, in questo caso, è promossa da Anci Toscana e mira a coinvolgere le comunità locali con gli operatori del terzo settore per supportare l’accesso al mercato del lavoro e all’avvio di microimprese da parte di cittadini stranieri.

Entrambe le delibere sono state predisposte dall’assessore regionale con delega all’Integrazione, Vittorio Bugli. Nella parte narrativa dei progetti vengono snocciolate le peculiarità del funzionamento dell’accoglienza in Toscana. Gli stranieri residenti a livello regionale erano 400.370 alla fine del 2017, pari all’11% della popolazione. Un dato ben superiore alla media nazionale, che si ferma all’8,3%.

A detenere il primato di residenti stranieri è ancora la provincia di Prato col 17%, complice la folta presenza di cinesi, seguita da Firenze col 12,8%. Gli stranieri si confermano più giovani degli autoctoni: hanno mediamente 33 anni contro i 47 degli italiani.

A dispetto di una comune convinzione sulla netta predominanza maschile fra i migranti, nei nuovi flussi in realtà è la componente femminile a rappresentare la maggioranza, il 54%. Uno scostamento molto importante, inoltre, riguarda la tipologia di migrazione: aumenta, come prevedibile l’incidenza della motivazione umanitaria, che ha raggiunto il 28% nel 2016, e si assiste a una drastica diminuzione dell’arrivo per motivi di lavoro. Mentre, aumentano i permessi di soggiorno di lungo periodo e per il ricongiungimento familiare (dal 35 al 44% dei casi).

Ad avviso della Regione questi sono «chiari sintomi da una parte del radicamento delle comunità già presenti sul territorio regionale e di una perdita di appeal lavorativo della Toscana, dall’altra della complessa situazione delle migrazioni legate ai motivi umanitari per le situazioni critiche in Nord Africa e in Medio Oriente». I richiedenti asilo erano 11.600 al 31 marzo, pari al 3,3 per mille della popolazione complessiva: vengono ospitati in 810 Cas e 22 progetti Sprar. La Toscana ha accolto il 7% di quelli giunti in Italia. L’ambizione, adesso, è di rilanciare il proprio modello di ospitalità e integrazione.

Col primo progetto la Regione intende realizzare in collaborazione coi centri per l’istruzione degli adulti (Cpia) corsi di lingua italiana per il rilascio delle certificazioni A1 e A2.

Un occhio di riguardo viene rivolto alle donne: garantendo servizi complementari di accudimento dei figli (baby sitting), di trasporto e di mediazione linguistico-culturale.

I docenti dei corsi erogati da società e associazioni del terzo settore saranno formati dall’università per stranieri di Siena. Il percorso di insegnamento prevede 100 ore di lezione per il raggiungimento del grado A1 di lingua italiana, altre 20 ore per il livello A2 e 20 ore di complemento comprensive delle lezioni di formazione civica. Con Savoir Faire, invece, Anci Toscana con il coinvolgimento di Regione, Arci, Cospe, fondazione Finanza etica, il dipartimento di scienze giuridiche dell’università di Firenze e l’adesione della Camera di commercio di Siviglia intende accrescere le competenze dei soggetti pubblici e del privato sociale nell’accompagnare gli stranieri nel mondo del lavoro. Vengono ipotizzati, fra l’altro, lo studio e l’inserimento di strumenti innovativi per dare vita a micro-imprese e imprese sociali e il rafforzamento delle competenze dei migranti in campo economico-finanziario.