Toscana

Misericordia di Pisa, Brunini è il nuovo commissario

«In data 28 novembre 2015, dopo una serie di consultazioni, attenta riflessione e aver chiesto l’aiuto del Signore, a norma del vigente Statuto, a seguito della richiesta formale presentata dal dimissionario Governatore della Arciconfraternita di Misericordia e Crocione di Pisa in data 18 novembre 2015 – si legge in un comunicato della Diocesi di Pisa – l’Arcivescovo ha nominato Commissario della suddetta Istituzione il Signor Gabriele Attilio Brunini, Governatore della Misericordia di Borgo a Mozzano (Lucca) e già Presidente Nazionale della Confederazione delle Misericordie d’Italia».

«Tale scelta  – si spiega – è maturata in un confronto diretto con la Federazione delle Misericordie della Toscana, nella persona del Presidente Avv. Alberto Corsinovi, tenendo conto delle problematiche che la Misericordia di Pisa sta vivendo in questo momento. Il Signor Brunini si avvarrà della collaborazione di persone di sua fiducia per assicurare una costante presenza all’interno dell’Istituzione ai fini di una migliore organizzazione del lavoro dei dipendenti e una più fattiva valorizzazione dell’apporto dei volontari».

«La speranza – scrive ancora l’Arcivescovo – è che questo provvedimento serva a recuperare un clima più sereno che permetta di affrontare con lucidità e con determinazione le problematiche che hanno provocato le attualità difficoltà e di superarle e di predisporre, a norma di Statuto, i passi necessari per la ricostituzione degli organi di governo dell’Istituzione. Ciò richiederà la disponibilità generosa di tutti, quale banco di prova dell’attaccamento ad una Istituzione che ha bisogno di modellarsi sempre più sui valori cristiani di servizio e di carità che sono sempre stati il contenuto più autentico e il motivo portante della sua secolare esistenza».

La decisione dell’Arcivescovo di Pisa arriva dopo che il 17 novembre si era dimesso il Magistrato della Misericordia, composto da 11 membri e guidato dal Governatore Luigi Marchetti, in carica dal giugno 2012. La crisi della Confraternita ­ – come aveva ricostruito lo stesso Arcivescovo in una nota stampa del 24 maggio 2013 – era iniziata anni prima, grazie a «una gestione in cui si era pensato che il volontariato avesse fatto il suo tempo e che ormai ci si doveva muovere con stile e modalità imprenditoriali». Il numero di dipendenti era arrivato a 70 unità.  Il grosso deficit accumulato aveva costretto ad operare tagli nei servizi e nelle convenzioni. Nel 2013 vi erano stati anche 32 licenziamenti.