Toscana

Misericordie, meeting regionale a Prato

«Il volontariato può essere una chiave importante non tanto per spendere meno, quanto per fare meglio; non tanto per produrre prestazioni ma per assicurare servizi veri a bisogni sempre nuovi». Alberto Corsinovi, da dieci anni vice presidente della Conferenza Toscana, espressione regionale della Confederazione nazionale delle Misericordie, sintetizza così il messaggio che spera di far arrivare all’assessore regionale alla sanità, Daniela Scaramuccia, durante il Meeting regionale delle Misericordie e dei gruppi Fratres della Toscana, che si tiene a Prato, questo fine settimana.

L’assessore sarà l’ospite d’onore sabato 2 luglio di una tavola rotonda (con  il presidente regionale delle Pubbliche Assistenze Luigi Remaschi, il direttore della Società della Salute di Prato Riccardo Poli e rappresentanti della Fratres, dell’Uncem e del mondo dell’associazionismo) sul nuovo Piano sanitario e sociale integrato per il 2011-2015 che la regione sta mettendo a punto e che per la prima volta cerca di tenere assieme i due aspetti, quello della salute e quello delle disuguaglianze sociali. Uno studio ha evidenziato infatti che «oggi in Toscana le disuguaglianze socio-economiche si riflettono in una sovramortalità precoce, maggiormente a carico degli uomini, e relativamente a cause specifiche legate alla professione e alle abitudini di vita». Per questo – ha spiegato a suo tempo l’assessore Scaramuccia, presentando il percorso di partecipazione per arrivare al «Pssir» – «per poter realmente incidere sulle differenze di salute, il sistema deve intervenire sugli stili di vita adottati dagli individui con proposte che tengano conto delle differenze e delle modalità con cui ognuno si relaziona con il sistema sanitario regionale».

Siamo ancora alla fase dell’«ascolto» e della progettazione e Corsinovi si aspetta che la Regione riconosca la «centralità» del volontariato. «Le Misericordie – ricorda – svolgevano servizi socio-sanitari alla popolazione quando ancora non si parlava di Unità d’Italia». È un modello da seguire e una risorsa a cui attingere. «Vorremmo capire – prosegue Corsinovi – se il futuro piano sociale e sanitario consiste in una semplice applicazione di regole di sostenibilità economica oppure intende coniugare valori, diritti e solidarietà».

Probabile che nel dibattito emerga anche la questione del trasporto sanitario, che in Toscana è sempre stato affidato al mondo del volontariato, sia cristiano che laico, e che la Commissione europea aveva messo nel mirino, chiedendo di affidarlo tramite «gara pubblica». Nel dicembre scorso il Consiglio regionale ha approvato la nuova legge (n. 70), tanto attesa dal mondo del volontariato, ma che ha sollevato anche critiche e qualche difficoltà nello stilare il regolamento attuativo.

Il programmaIl Meeting regionale delle Misericordie e dei gruppi Fratres della Toscana, si tiene a Prato, in via Galcianese 17/2. Questo il programma dettagliato. Venerdì 1° luglioOre 10,00 – Area Logistica – Accoglienza squadre per allestimento campo volontari15,00 – Sala A – Consiglio Nazionale Misericordie18,00 – Corte della Misericordia – Inaugurazione, saluti delle autorità, apertura stand espositivi20,00 – Area Logistica – Cena 21,00 – Corte della Misericordia – Raduno dei confratelli e processione al Sacro Cingolo22,00 – Duomo – Veglia di preghiera guidata da mons. Gastone Simoni, Vescovo di Prato Sabato 2 luglio9,30 – Area SPORT – Torneo di minirugby9,30 – Corte della Misericordia – SocCorrendo 2011 – Gran Premio del Soccorso 10,00 – Auditorium – Convegno su «Il nuovo Piano sanitario e sociale integrato regionale (PSSIR): il ruolo del volontariato». Conclude: Daniela Scaramuccia (assessore alla Salute della Regione Toscana)13,00 – Area Logistica – pranzo15,00 – Auditorium – Convegno Fratres sull’autosufficienza17,30 – Sala B – Incontro giovani Misericordie e Fratres18,00 – Sala A – Riunione Capi Protezione Civile20,00 – Area Logistica – cena21,30 – Corte della Misericordia – Spettacolo cabaret «Camici miei»  e, a seguire ballo e musica dal vivo Domenica 3 luglio9,30 – Area SPORT -Quadrangolare di calcetto10,30 – Auditorium – Consegna riconoscimento del Touring Club Italiano alle Misericordie 11,30 – Corte della Misericordia – S. Messa 13,00 – Area Logistica – pranzo L’intervista/1: Mauro Giovannelli, presidente della commissione che prepara le nuove regole«Tra pochi giorni una bozza condivisa del nuovo Statuto»DI GIACOMO COCCHI

Sta lavorando a pieno ritmo da maggio per arrivare, «all’unanimità oppure a larghissima maggioranza», ad avere entro la prima metà di luglio una bozza del nuovo statuto della Confederazione delle Misericordie. È la commissione presieduta da Mauro Giovannelli, avvocato di lungo corso, tra i massimi esperti in diritto amministrativo e confratello da una vita alla Misericordia di Prato, della quale è stato anche Proposto.

Insieme ad altri dodici membri, in rappresentanza delle conferenze siciliane, calabresi, campane e dell’Emilia-Romagna, è impegnato a dare nuove regole all’organizzazione nazionale delle Misericordie, chiamata Confederazione. Un compito delicato perché mettere insieme realtà storiche, forti e radicate sul territorio locale – la Confraternita di Firenze, capostipite delle Misericordie italiane è nata nel 1244 – non è compito semplice. La necessità di scrivere un nuovo statuto è sorta anche per «pacificare» una rottura interna che ha visto l’uscita delle Misericordie di Firenze e di Firenze-Rifredi dalla Confederazione. Nuove regole dunque per un nuovo corso e per una nuova e definita, nell’ambito dell’autonomia e delle rispettive competenze, organizzazione nazionale, regionale e zonale.

E che la ricerca di unità e condivisione siano i principali criteri nella scelta dei principi e nella stesura dei singoli articoli è sottolineata dal fatto che, pur essendo fuori dalla Confederazione, un rappresentante della Misericordia fiorentina è membro della Commissione Giovannelli.«Sono estremamente fiducioso sull’esito del nostro lavoro – afferma il presidente Giovannelli –  e sono sicuro che a breve saremo in grado di sottoporre al Consiglio nazionale un testo largamente condiviso se non unanime. Anche se – ammette l’avvocato – rimangono due visioni interne alla Commissione che stiamo sciogliendo e portando a sintesi».

Due visioni per una questione nodale: l’autonomia regionale. Da una parte c’è chi vorrebbe una Conferenza – la struttura regionale della Confederazione – con ampi margini di manovra, con una propria soggettività giuridica e la possibilità di auto organizzarsi. «In questo caso – spiega Giovannelli – occorre definire bene i «paletti» entro cui far muovere le Conferenze». L’altra posizione vorrebbe strutturare l’organizzazione periferica come una emanazione diretta della Confederazione, dove il vertice nazionale sarebbe il punto di riferimento principale, con potere di nomina dei livelli regionali. «In entrambi i casi – precisa il presidente – l’importante è darsi regole precise e definite e cominciare ad interloquire ad una voce sola con i Ministeri e gli enti regionali e locali. Ne va della nostra forza e della credibilità della Misericordia».

Su altri punti però c’è già un accordo. «Il primo e probabilmente più importante – afferma Giovannelli – riguarda l’ispirazione cristiana della Confederazione e il fatto che il perseguimento degli obiettivi, che si sostanziano nei servizi alla persona, sia compiuto con spirito di carità cristiana». Poi il concetto di autonomia a livello delle singole Misericordie, che hanno pieno diritto di formulare una propria organizzazione e gestione interna, non è messo minimamente in discussione. Verrà inoltre costituito un «consiglio dei saggi», un organo di garanzia e controllo che vigilerà sulla corrispondenza dell’azione degli associati alla Confederazione e al rispetto dei principi che la ispirano.

Altro punto già definito riguarda la «rappresentatività» della Confederazione a livello nazionale e internazionale. «Perché essa – aggiunge l’avvocato – non è una semplice aggregazione di confraternite ma un vero e proprio organo con poteri di rappresentanza».

Ultimo punto, anche questo condiviso a pieno, sono i criteri di finanziamento della Confederazione e di come, le singole Misericordie, debbano contribuirvi. «Terremo conto delle attività di bilancio delle confraternite, dei servizi resi e della quantità dei fratelli attivi che operano».

Ultimata la bozza la Commissione la sottoporrà all’attenzione del Consiglio nazionale e poi l’approvazione del nuovo statuto spetterà all’assemblea nazionale, l’organo con poteri legislativi.

L’intervista/2: Il presidente nazionale Luigi Cardini rivolge un appello soprattutto ai giovaniDonare sangue, un gesto che può salvare la vitadi Andrea Bernardini

Giovani che tirano più a lungo del solito durante la notte e che, all’uscita dal pub o dalla discoteca, si mettono alla guida dell’auto quando non sono sufficientemente lucidi per farlo.

Le campagne sulla sicurezza stradale portate avanti in questi anni, forse qualche risultato l’hanno prodotto. Ma sono ancora troppi gli incidenti che, specie in questo periodo, si verificano all’alba nelle strade del nostro Paese.

Di questo potrebbe parlare a lungo un volontario a caso tra le centinaia che vestono le casacche delle Misericordie, delle Pubbliche Assistenze, della Croce Rossa o Verde. Chiamati dal 118 ad intervenire sul posto, per far uscire dall’auto, caricare in ambulanza, portare il ferito verso il pronto soccorso dell’ospedale più vicino. E salvargli la vita.

Ogni intervento necessita di sangue. Ed ogni sacca di sangue ha bisogno di un donatore. «Specie in questo periodo: gli ospedali non vanno in ferie e, anzi, l’esigenza di sangue, mediamente, aumenta» commenta Luigi Cardini.

Cardini, originario di Fucecchio, 65 anni, è stato confermato presidente nazionale della Fratres per il prossimo quadriennio. Si avvicinò alla Fratres nel 1971, dunque 40 anni fa. «Mi convinse lo zio, presidente del gruppo dei donatori del mio paese». Da allora è rimasto attaccato come una zecca alle sorti dell’associazione. Dallo zio prese l’eredità della guida del gruppo locale. Allora i Fratres organizzavano il palio dei cavalli. «Fino a quando divenne troppo grande per poterlo gestire da soli»: così passò la mano al comune e ad un apposito comitato organizzatore.

Poi l’impegno nel nazionale. Un compito delicato, il suo. In Italia nel 2010 sono state raccolte 2milioni e 597mila 584 sacche di sangue ed emocomponenti. Di queste 144.532 provenivano da iscritti Fratres. Fratres è dunque una delle associazioni più attive tra i donatori di sangue, dopo Avis, Fidas e prima dei donatori che fanno capo alla Croce Rossa e ad altre associazioni. In costante crescita ormai da molti anni.

«Anche le ultime statistiche ci regalano un incremento di donazioni del 3,66% ed uno di donatori del 5,08%», commenta Luigi Cardini. Il segno che le iniziative di promozione di questi anni hanno prodotto qualche positivo effetto. Ma mai, per un solo istante e nonostante i buoni numeri della sua associazione, ha abbassato la guardia.

Autosufficienza. È il chiodo fisso degli addetti ai lavori. «Nella raccolta di sangue vi si arriva solo nel momento in cui in ogni ospedale d’Italia, 24 ore su 24 e 365 giorni all’anno, per ogni tipo di intervento ci sono sacche a sufficienza». Una chimera.

Il Sistema sanitario lo sa bene. E per questo, anni fa, decise di istituire una grande cabina di regia, per monitorare costantemente le unità a disposizione dei centri. Si chiama Centro nazionale sangue, collegato a sua volta con i centri regionali. Funziona così: ogni direttore dei centri trasfusionali, al mattino, accende il computer e comunica su una bacheca telematica quante sacche di sangue, plasma e multicomponenti ha (o non ha) a disposizione nelle grandi celle frigorifero. Così, all’occorrenza, l’ospedale deficitario invia un mezzo a prelevare da quello più provvisto il sangue necessarie a questo o quell’intervento.

In Italia sono i nosocomi del sud a doversi servire di più altrove per garantire la loro attività; ma anche quelli del Lazio, che, per l’alta specializzazione delle loro cliniche, divengono mèta di pazienti da tutto il Paese.

In Toscana sono gli ospedali di Firenze, Pisa e Siena a far uso, più degli altri, di sangue.

«L’ospedale di Pisa, ad esempio – ricorda Cardini – è punto di riferimento regionale e, in alcuni casi, anche nazionale, per alcuni tipi di trapianto. Ebbene, per ogni trapianto di organo, sono necessari almeno dieci sacche di sangue da trasfondere».

Non è mai accaduto che un intervento urgente non potesse essere eseguito per mancanza di sangue. Ma non è raro che alcuni interventi ordinari debbano essere «rimandati» perché non ci sono sacche a sufficienza per accompagnare l’operazione chirurgica.

Quando ci sono emergenze come reagite? «Abbiamo almeno duemila volontari pronti ad attaccarsi al telefono per invitare questo o quel socio a recarsi, all’indomani, al più vicino centro trasfusionale».

«Tutto questo – confida Cardini – vorremmo dirlo soprattutto ai giovani. E noi cerchiamo di farlo attraverso mille campagne di comunicazione. Chiedendo ad attori, comici e sportivi di “prestarci” il loro volto per convincere i nostri figli che sì, donare, è un gesto di solidarietà (a noi piace definirlo meglio come gesto di carità) verso il prossimo. Un gesto di cui, un giorno, tutti potremo aver bisogno».

E poi investendo in società sportive, persino nelle auto di formula 3. «Ma la comunicazione più efficace è quella di cui sono capaci i 625 gruppi disseminati nel nostro territorio. Ciascuno di loro promuove, ogni anno, la festa del donatore, spesso associata ad una sagra o ad altre iniziative. È un modo per tenere contatti con i soci del proprio gruppo, per ringraziarci a vicenda, per far crescere lo spirito associativo, per avvicinare nuovi potenziali donatori».

La schedaSono 625 i gruppi Fratres presenti in Italia. Solo nel 2010 ne sono sorti dieci nuovi. Fratres affonda le sue radici nelle Misericordie e, in particolare, in Toscana. Qui troviamo ben 299 gruppi, per lo più concentrati a Lucca (117), Firenze (46), Pisa (43), e presenti anche a Siena (28), Arezzo (24), Pistoia (10), Livorno (9), Massa-Carrara (8), Grosseto e Prato (7). Numerosi anche i gruppi presenti in Puglia (170, di cui 2 nuovi), 63 quelli sorti in Sicilia (sei nuovi di zecca). Fratres è presente anche in Campania (51 gruppi) e Lazio (17) ed ha messo bandierine in Calabria (9 gruppi), Molise, Marche (4 gruppi ciascuno), Sardegna ed Abruzzo (2), Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Umbria (1 gruppo). Può contare su 117.527 donatori attivi. Non su un indice alto di donazione: 1,23 donazioni a donatore.

Basterebbe recarsi in questi giorni al più vicino centro trasfusionale per migliorare questa media.

Prato, un gioiello architettonico per la nuova sede

Il suo tratto caratteristico è la grande croce in vetro, acciaio e cemento che si eleva da terra e collega il resto dell’ampio complesso. Ha un profondo significato simbolico ed è altamente funzionale l’elegante e moderna soluzione architettonica ideata da Luigi Zola e Paola Foggia per la nuova sede della Misericordia di Prato (nella foto sopra, l’ingresso). Inaugurata meno di un anno fa, il 2 ottobre 2010, la nuova casa dei confratelli e consorelle pratesi questo fine settimana accoglie il Meeting della Conferenza regionale.

Già in funzione da luglio dello scorso anno, la sede è composta da più edifici, alcuni nuovi, altri ristrutturati, e si trova in via Galcianese, a un passo dal centro storico di Prato.

La nuova sistemazione come detto ha un «cuore», posto all’incrocio dei bracci della Croce e dunque al centro di tutta la sede: la Cappella per la preghiera e per «rendere grazie» dei servizi svolti. Ad impreziosire il luogo di culto si trova la scultura dedicata ai «Cirenei», a coloro che, come i confratelli della Misericordia, si adoperano per aiutare gli altri a portare la croce delle sofferenze umane e quotidiane. L’opera, realizzata in marmo, è dello scultore Enrico Savelli, uno dei più grandi artisti viventi, e raffigura cinque uomini, ideali cirenei, nell’atto di sorreggere il braccio di una croce. Di Savelli sono anche le vetrate, nelle quali sono incisi angeli in processione, che circondano la cappella.

Nella nuova sede trovano posto tutti i servizi – i trasporti d’emergenza, quelli socio-sanitari, i servizi funebri – e le attività svolte dalla Misericordia. C’è anche la sede provinciale della Fratres con un proprio ambulatorio. Oltre agli uffici nella Croce di vetro ci sono i locali per la «fratellanza», con dormitori maschili e femminili. Non manca una ampia sala polivalente dotata di cucina. Nella sede trova posto il bar, dotato anche di ingresso esterno, direttamente da via Galcianese.

Altra particolarità riguarda il sistema di climatizzazione. In tutte le stanze e uffici c’è un pannello radiante che crea un microclima ideale a seconda della stagione, grazie a delle serpentine che fanno circolare acqua calda d’inverno e fredda d’estate. Questo permette un benessere naturale e un forte risparmio energetico. La scelta eco-sostenibile è confermata anche dalla presenza di un gruppo di pannelli solari posti sopra il tetto della cucina, nella zona della «fratellanza», che permettono la produzione di acqua calda.

A Prato la Misericordia, nata nel 1588, è suddivisa in 26 sezioni sparse sul territorio e conta quasi 50 mila iscritti, di cui 5 mila alla sede centrale, mentre 2 mila sono i volontari che contribuiscono a portare avanti i tanti servizi offerti. Nella nuova sede ci sono 32 dipendenti mentre i volontari che prestano servizio sono circa 200.

G. C.